XXXI DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Matteo 23,1-12
4 Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. 5 Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6 amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe 7 e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente.
8 Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. 9 E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 10 E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11 Il più grande tra voi sia vostro servo; 12 chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato».
1) Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli
scribi e i farisei: Gesù mette in guardia la folla e i discepoli dagli
scribi e farisei, in quanto si sono appropriati indebitamente della
interpretazione autentica della Parola di Dio (cfr. v. 13); la ‘cattedra’
infatti è il luogo privilegiato di quell’insegnamento che Mosè per primo ha
impartito a Israele: Io vi ho insegnato
leggi e norme come il Signore mio Dio mi ha ordinato (Dt 4,5).
2) Quanto vi dicono fatelo e osservatelo: l’obbedienza ai comandamenti e alla legge di Dio è cosa buona da custodire e da operare sempre: non pensate che io sia venuto ad abolire la legge… non sono venuto per abolire, ma per dare compimento ( cfr. Mt 5,17-19), ma ogni insegnamento perde autorità ed efficacia a motivo della infedeltà e della ricerca di gloria propria da parte di chi lo impartisce.
3) Legano infatti pesanti fardelli: un’interpretazione della Legge che escluda la misericordia assume tutta la durezza del giudizio (cfr. Gv 8,1-11) e di un peso che ciascuno deve portare da solo; diversamente, il Pastore buono si carica del peso della pecora perduta (cfr. Ez 34; Lc 15,4; Gv 1,29); il dono dello Spirito Santo darà anche ai discepoli la capacità di portare i pesi gli uni degli altri: Portate i pesi gli uni degli altri; così adempirete la legge di Cristo (Gal 6,2).
4) Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: la ricerca della propria gloria consiste soprattutto nel volere il plauso e l’ammirazione degli uomini: Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati (cfr. Mt 6,1-18).
5) Ma voi non fatevi chiamare Rabbi: il riconoscimento dell’unico maestro autorizzato porta ad accogliere l’insegnamento che ci fa fratelli: Dopo aver santificato le vostre anime con l’obbedienza alla verità, per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri (1Pt 1,22) e ci rivela il Padre che è nei cieli (cfr. Lc 11,1-2).
6) e non fatevi chiamare ‘maestri’ (lett. ‘direttori di via’): l’unico ‘direttore di via’, maestro di verità e di vita è Gesù, il Cristo, che ci dona la guida interiore del suo spirito: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre (Gv 14,16).
7) Il più grande tra voi sia vostro servo: Gesù è Colui che è ‘più grande’ (lett: ‘di voi’ e ‘tra voi’) e si è fatto servo del Padre e nostro; infatti spogliò se stesso assumendo la condizione di servo… divenendo simile agli uomini (Fil 2,7). Così, chi cerca il proprio onore rimane vuoto e sterile; chi invece, seguendo Gesù, serve la volontà del Padre, è da Lui chiamato a partecipare della stessa eternità di gloria nella quale il Figlio è innalzato.
Malachia
1,14-2,1-2.8-10
114 Io sono un re grande, dice il Signore degli eserciti, e il
mio nome è terribile fra le nazioni.
21 Ora a voi questo monito, o sacerdoti. 2 Se non mi ascolterete e non vi prenderete a cuore di dar
gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su di voi la
maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni.
8 Voi vi siete allontanati
dalla retta via | e siete stati d’inciampo a molti | con il vostro
insegnamento; | avete rotto l’alleanza di Levi, | dice il Signore degli
eserciti.
9 Perciò anch’io vi ho reso
spregevoli | e abbietti davanti a tutto il popolo, | perché non avete osservato
le mie disposizioni | e avete usato parzialità riguardo alla legge.
10 Non abbiamo forse tutti noi un solo Padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l’uno contro l’altro profanando l’alleanza dei nostri padri?
1) Io sono un re grande dice il Signore degli eserciti, e il mio nome è terribile fra le nazioni: tutto è ricondotto al Signore, poiché Lui ha il primato su tutte le cose e Lui solo può salvare: Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti, fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi (cfr. Sal 79) e I popoli temeranno il nome del Signore e tutti i re della terra la tua gloria (Sal 101).
2) Ora, a voi questo monito, o sacerdoti: il monito viene rivolto ai sacerdoti, non al popolo. Il profeta richiama i sacerdoti alla loro grande responsabilità verso il popolo. Il Signore, che è re potente, con ragione si pone come giudice dei sacerdoti ai quali è affidata la guida del popolo: La grazia del Signore è da sempre… per quanti custodiscono la sua alleanza e ricordano di osservare i suoi precetti… Benedite il Signore, suoi ministri, che fate il suo volere (cfr. Sal 102).
3) Se non mi ascolterete e non vi prenderete a cuore di dar gloria al mio nome… cambierò in maledizione le vostre benedizioni: dare gloria al Signore significa anche amare i fratelli (cfr. v. 10), agendo con giustizia gli uni verso gli altri. Il Signore fa una richiesta di ascolto affinché vi sia una cordiale attenzione verso il prossimo: chi non dimostra di accogliere questo invito, entra in una condizione di maledizione, diventa strumento del male, perché ha mancato verso il proprio dovere.
4) Voi invece vi siete allontanati dalla retta via e siete stati d’inciampo a molti: i sacerdoti agiscono senza riguardo al Signore, senza timor di Dio, ignorando l’alleanza, non considerando la loro responsabilità di guida e insegnamento: La mia alleanza con lui era… alleanza di timore ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome (cfr. v. 5).
5) Perciò anch’io vi ho reso spregevoli… non avete osservato le mie disposizioni e avete usato parzialità riguardo alla legge: la legge è la retta via e se non è usata per gli scopi per cui Dio l’ha donata (per l’ascolto e per la glorificazione del suo nome), diventa uno strumento sfruttato per fini personali, anziché essere servizio di Dio e per il bene di tutti.
6) Non abbiamo forse tutti noi un solo Padre?... perché dunque agire con perfidia l’uno contro l’altro? Testimoniare la parola del Signore e guidare il popolo verso Dio significa non ridurre la legge a gesti rituali e vuoti, ma a offrire la propria vita in sacrificio: poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio (Sal 50).
1
Tessalonicesi 2,7-9.13
7 Fratelli, siamo stati
amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature.
8
Così affezionati a voi, avremmo
desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché
ci siete diventati cari.
9 Voi ricordate infatti,
fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte e giorno per
non essere di peso ad alcuno vi abbiamo annunziato il vangelo di Dio.
13 Proprio per questo anche noi ringraziamo Dio continuamente, perché, avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione, l’avete accolta non quale parola di uomini, ma, come è veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete.
1) Come una madre nutre e ha cura delle proprie creature, così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita: l’apostolo mostra i rapporti estremamente affettuosi, materni e paterni, che ha instaurato con i suoi attraverso la predicazione; non si tratta di trasmettere un annuncio formale, ma di offrire un vero alimento per le loro anime: vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci (1 Cor 3,2), di una vera e propria trasmissione di vita: figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi (Gal 4,19).
2) Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: fatica e travaglio accompagnano l’annuncio del vangelo: abbiamo lavorato con fatica e sforzo notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi (2Ts 3,8).
3) Proprio per questo anche noi ringraziamo Dio continuamente, perché, avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione… l’avete accolta come è veramente, quale parola di Dio: coronamento di questo annuncio e di questo ascolto fedele è il miracolo stesso della parola creatrice di Dio che opera con potenza nei credenti.
SPIGOLATURE
ANTROPOLOGICHE
La sapienza che il Signore ci indica e ci dona in questa Domenica è la sapienza dei fratelli, quella che ci custodisce come tali: siamo tutti figli dell’unico Dio, ci ricorda il profeta Malachia, e siamo fratelli fra di noi ci dice Gesù nel Vangelo; prima di essere un compito che ci viene assegnato è questo l’annuncio lieto di ciò che innanzitutto ci caratterizza, mentre le altre attribuzioni di cui possiamo rivestirci o che possono essere a noi date (rabbi, maestro, padre) non ci appartengono, sia quando ne siamo gli amministratori a vantaggio degli altri, sia a maggior ragione quando i nostri titoli provengono da una indebita appropriazione, come quella compiuta dai farisei, assisi sulla cattedra di Mosè, custodita invece dal Cristo assiso sulla croce.
La sapienza dei fratelli è sapienza dei poveri, esperti nel servire, iniziati nell’arte di abbassarsi, per poter cogliere nella vicenda fragile che caratterizza ogni storia umana, il segreto della sua bellezza, sempre riconducibile al rifulgere del nostro essere figli e fratelli nel tessuto più semplice e dimesso della vita.
L’affermazione di Gesù:” Chi si abbasserà sarà innalzato”, più che indicare un premio guadagnato attraverso l’abbassarsi, sembra indicarci innanzitutto un tesoro di grazia nascosto nello stesso abbassarsi, che permette di vedere ciò che dalla nostra grandezza era soffocato e che alla fine è la stessa gloria di Gesù abbassato e innalzato sulla croce.
Decisivo per la custodia della sapienza dei fratelli e dei
figli è l’incontro con
www.famigliedellavisitazione.it