ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO A)
Matteo 28,16-20
16 In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.
17 Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. 18 E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
1) Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea: con l’allontanamento di Giuda i discepoli del Signore rimangono undici, fino a quando con l’elezione di Mattia (At 1,26: la sorte cadde su Mattia) sarà ripristinata l’unità apostolica dei dodici.
2) Andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva fissato: i discepoli ripetono l’atto di fede e di obbedienza di Abramo, che lascia tutto per andare “al luogo” che Dio gli ha indicato (cfr. Gn 12: Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo). Anche la missione degli apostoli avviene non per loro iniziativa, ma in risposta alla chiamata di Gesù.
3) Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitarono: il riconoscimento del Signore risorto porta all’atto di adorazione, nonostante il permanere del dubbio e dell’incertezza propria della natura umana (cfr. 1Cor 1,27: Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti).
4) Gesù, avvicinatosi, disse loro "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra": Gesù non ha timore di accostarsi all’infermità dei discepoli e di servirsi di essa per diffondere il suo annuncio di salvezza; a questa debolezza egli accosta il suo potere in cielo e in terra.
5) Insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato: gli apostoli sono mandati ad insegnare ciò che essi stessi per primi hanno ricevuto (cfr. 1Cor 15,3: Vi ho trasmesso, dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto).
6) Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo: Gesù stesso garantisce la sua costante presenza in mezzo a coloro che lo amano e custodiscono la sua parola, come aveva detto (Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui Gv 14,23; Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro Mt 18,20).
Atti 1,1-11
1 Nel mio primo libro ho già trattato, o Teofilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio 2 fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
3 Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. 4 Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: 5 Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni».
6 Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». 7 Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, 8 ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».
9 Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. 10 E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n’andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: 11 «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
1) Nel mio primo libro (lett. la prima parola): Luca si riferisce al suo vangelo, in cui aveva parlato di tutto quello che Gesù fece e insegnò (lett. iniziò a fare e insegnare).
2) fino al giorno in cui… fu assunto in cielo: (lett.: solo fu assunto): l'assunzione "in cielo" vuol dire "presso il Padre": il Figlio, mandato dal Padre agli uomini, ora ritorna a Lui: Ora vado da colui che mi ha mandato (Gv 16,5); Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre (Gv 16,28). L’Ascensione di Gesù conclude la sua missione “storica”, pone fine alla sua presenza visibile in mezzo agli Apostoli e consegna loro il dono dello Spirito, necessario per la loro missione: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore (Gv 16,7).
3) Dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo: la precisazione nello Spirito Santo può essere riferita all'elezione degli apostoli, oppure anche alle istruzioni che Gesù impartisce loro.
4) Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione… apparendo loro per quaranta giorni: è il periodo che precede e prepara l’Ascensione e rientra nel periodo di cinquanta giorni che separano la Pasqua dalla Pentecoste, durante i quali Gesù risorto appare a testimoni prescelti da Dio (At 10,41). In questo periodo Gesù prepara i discepoli a divenire "testimoni"; li renderà pienamente tali il dono dello Spirito Santo.
5) Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo: il battesimo nello Spirito prende il posto del battesimo di Giovanni; cfr. Lc 3,16: viene uno che è più forte di me… costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
6) Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele? Ma egli rispose: Non spetta a voi… : i discepoli non devono preoccuparsi di vedere il regno di Dio già presente in terra, ma solo di essere testimoni di Gesù.
7) Avrete forza dallo Spirito Santo… e mi sarete testimoni… fino agli estremi confini della terra: i discepoli solo con la forza dello Spirito Santo potranno essere “testimoni” di Gesù di fronte a tutti i popoli, a partire dal popolo d'Israele.
8) Una nube lo sottrasse al loro sguardo: la nube indica la presenza di Dio, la sua gloria; cfr. Mt 17,5: Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra.
9) Ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: “… perché state a guardare il cielo”?. Vi è un rimando ai due angeli che appaiono alle donne la mattina di Pasqua (ecco due uomini apparire a vicino a loro in vesti sfolgoranti Lc 24,4). Come in quella circostanza gli angeli esortano a non perdersi in ricerche vane (essi dissero loro: Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Lc 24,5), anche qui richiamano l’attenzione degli apostoli non al cielo, ma alla persona viva di Gesù che tornerà un giorno allo stesso modo. Quel “giorno” è certo e sarà quando giungeranno i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù (At 3,20).
Efesini 1,17-23
17 Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui.
18 Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi 19 e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l’efficacia della sua forza | 20 che egli manifestò in Cristo, | quando lo risuscitò dai morti | e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, | 21 al di sopra di ogni principato e autorità, | di ogni potenza e dominazione | e di ogni altro nome che si possa nominare | non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro.
22 Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi | e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, | 23 la quale è il suo corpo, | la pienezza di colui che si realizza interamente | in tutte le cose.
1) Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di Lui: con questa frase contempliamo il fine della rivelazione fatta dal Dio di Gesù Cristo a noi per mezzo dello Spirito. Il fine è una conoscenza di Lui che maturi in noi progressivamente. Questo "Lui" può essere sia il Padre, come termine ultimo di conoscenza attraverso Gesù Cristo, sia lo stesso Gesù Cristo, perché il Padre si vede nel Figlio (cfr. Mt 11,37: Nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare e Gv 14,9: Chi ha visto Me ha visto il Padre).
2) dopo aver illuminato gli occhi della vostra mente (lett. del vostro cuore): la fede è un’illuminazione del cuore ed è un vedere le cose invisibili, come ci suggerisce Eb 11,1 la fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono; cfr. Rm 10,10: col cuore si crede…, con la bocca si fa la professione di fede.
3) Per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi: proprio perché le realtà della fede non si vedono, sono oggetto della speranza, riposta in Gesù Cristo (ricordare 1Pt 3,15 della scorsa domenica: pronti a dare risposta a chiunque vi chieda ragione della speranza che è in voi).
4) qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l’efficacia della sua forza, che Egli manifestò in Cristo quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli: la potenza di Dio, che si manifesta nella risurrezione e ascensione di Gesù al cielo, è la stessa che agisce nel cuore dei credenti, facendoli crescere nella fede, nella conoscenza e nella speranza.
SPIGOLATURE ANTROPOLOGICHE
Se "ascensione" può suggerire l'idea di una certa evanescenza, il contenuto reale delle parole bibliche che l'annunciano, e in termini molto contenuti la descrivono, ne mettono in evidenza soprattutto il grande rilievo storico e l’apporto decisivo che il mistero dell'Ascensione di Cristo provoca nell'interpretazione della responsabilità e dell'impegno del credente in questo mondo. Soprattutto viene evidenziato l'intreccio forte tra comunione e responsabilità. Pur allontanandosi dai suoi per ritornare al Padre, il Cristo annuncia senza riserve né condizioni quell'"io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo", ultima parola della memoria evangelica secondo Matteo.
L'ascensione al Padre è infatti principio di quella presenza intima e profonda che Pentecoste attuerà e che indurrà l'Apostolo Paolo ad affermare che questo tipo di conoscenza-presenza è infinitamente superiore e preferibile a quella che del Figlio di Dio ebbero i primi testimoni oculari. La loro stessa testimonianza infatti non avrebbe rilievo se il loro incontro storico con la persona fisica di Gesù di Nazaret non avesse la sua conferma e la sua pienezza in questa presenza a loro e in loro del Cristo secondo lo Spirito. Per questo Egli aveva potuto dire: "È meglio per voi che io me ne vada...". La comunione che Egli stabilisce in tal modo con noi è infinitamente superiore alle nostre possibilità di esserne consapevoli. Solo un dono divino di conoscenza non collegato alle nostre facoltà naturali potrà, scrive oggi Paolo agli Efesini, offrirci questa conoscenza-esperienza della nostra condizione assolutamente privilegiata e umanamente impensabile: è quel dono della fede che ci consente di vedere e di vivere ogni aspetto della nostra vita personale e collettiva nell'orizzonte della realtà liberata dalla servitù del male, della paura e della morte.
Ma tutto questo è anche la responsabilità che al cristiano Dio affida: "mi sarete testimoni...", "andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni...". Il piccolo Gesù seduto alla destra del Padre nella sua gloria è la nuova "misura" del valore e della grandezza misteriosa di ogni uomo e donna della terra, grandezza che deve essere custodita, difesa e lasciata fiorire. Il Figlio di Dio ritornato al Padre proclama la nostra responsabilità storica. Come dice il Salmo 117(118):"I cieli sono i cieli del Signore. Ma ha dato la terra ai figli dell'uomo."