10 Vi sono infatti, soprattutto fra quelli che provengono dalla circoncisione, molti insubordinati, chiacchieroni e ingannatori. 11 A questi tali bisogna chiudere la bocca, perché sconvolgono intere famiglie, insegnando, a scopo di guadagno disonesto, quello che non si deve insegnare. 12 Uno di loro, proprio un loro profeta, ha detto: «I Cretesi sono sempre bugiardi, brutte bestie e fannulloni». 13 Questa testimonianza è vera. Perciò correggili con fermezza, perché vivano sani nella fede 14 e non diano retta a favole giudaiche e a precetti di uomini che rifiutano la verità.
15 Tutto è puro per chi è puro, ma per quelli che sono corrotti e senza fede nulla è puro: sono corrotte la loro mente e la loro coscienza. 16 Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, essendo abominevoli e ribelli e incapaci di fare il bene.
Tito 1,10-16

Sembra che nelle vicende della Chiesa di Creta vengano ad incrociarsi due elementi di disturbo: da una parte i soliti “giudaizzanti”, cioè giudei che hanno incontrato la fede di Gesù, ma restano legati a tradizioni giudaiche diffuse e affermate, e tuttavia inautentiche rispetto alla vera fede dei padri. Di questo vale la pena riascoltare quanto Gesù stesso incontra, per esempio in Luca 11,37-44; d’altra parte vi si aggiunge una certa indole della popolazione locale, tradizionalmente nota a tutti e persino a loro stessi, come è attestato da una citazione che Paolo fa, di un loro poeta che egli qualifica con il titolo di profeta (ver.12). Per questo l’Apostolo chiede a Tito di essere severo nella correzione, ed essi vengano sanati dalla vera fede. Vedremo più avanti, se Dio vorrà, che questa osservazione riguarda forse soprattutto i vecchi, più esposti a custodire con nostalgia antiche abitudini non autentiche e addirittura dannose.
I vers.15-16 portano queste osservazioni critiche al livello di una considerazione di carattere generale di alto spessore. Con grande audacia culturale e spirituale Paolo, forse citando un detto popolare, Paolo dice che “tutto è puro per chi è puro” : “omnia munda mundis”. L’affermazione può essere intesa in collegamento con il diretto insegnamento del Signore che molte volte – molto più di quanto si penserebbe! – non esita a disfare tradizioni, ma anche prescrizioni, che alla luce del suo Vangelo non sono più praticabili, perchè negano in realtà l’assunzione che Egli ha fatto, nel mistero della sua incarnazione, di tutta la realtà creata da Dio, senza limiti. E per questo motivo anche gli aspetti più problematici della vicenda umana devono essere visitati e riscattati dalla potenza del suo Vangelo.
Per coloro che “sono corrotti e senza fede”, invece, “nulla è puro”! (ver.15). questa affermazione può sembrare inaccettabile in nome di un certo spirito “laico” o “laicista”, ma l’esperienza mi mostra continuamente come sotto una vernice di “tolleranza” sia sempre pronto a scattare un meccanismo di “religione del mondo”, piena di dogmi e di rigidità spietate. Basti pensare per esempio ad una realtà come il carcere, da quasi tutti accettata non solo come inevitabile, ma proprio come giusta e facitrice di giustizia!
In realtà, dice Paolo, ”sono corrotte la loro mente e la loro coscienza”, e, al di là delle loro dichiarazioni, con i fatti rinnegano la vera fede in Dio, quale Gesù ha donato all’umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.