15 Con tutto ciò il popolo non si convertì e non rinnegò i suoi peccati, finché non fu deportato dal proprio paese e disperso su tutta la terra. Rimase soltanto un piccolissimo popolo e un principe della casa di Davide. 16 Alcuni di loro fecero ciò che è gradito a Dio, ma altri moltiplicarono i peccati. 17 Ezechia fortificò la sua città e portò l’acqua nel suo interno; con il ferro scavò un canale nella roccia e costruì cisterne per l’acqua. 18 Nei suoi giorni Sennàcherib fece una spedizione e mandò Rapsache; alzò la sua mano contro Sion e si vantò spavaldamente nella sua superbia. 19 Allora si agitarono loro i cuori e le mani, soffrirono come le partorienti. 20 Invocarono il Signore misericordioso, tendendo le loro mani verso di lui. Il Santo li ascoltò subito dal cielo e li liberò per mezzo di Isaia. 21 Egli colpì l’accampamento degli Assiri, e il suo angelo li sterminò, 22 perché Ezechia aveva fatto quanto è gradito al Signore e aveva seguito con fermezza le vie di Davide, suo padre, come gli aveva indicato il profeta Isaia, grande e degno di fede nella sua visione. 23 Nei suoi giorni il sole retrocedette ed egli prolungò la vita del re. 24 Con grande ispirazione vide gli ultimi tempi e consolò gli afflitti di Sion. 25 Egli manifestò il futuro sino alla fine dei tempi, le cose nascoste prima che accadessero.
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Sono indotto ad interpretare i vers.15-16 in due direzioni: da una parte come riferimento preciso a passaggi determinati della storia di Israele, e dall’altra come una nota profonda che accompagna la vicenda di Israele in tutti i tempi, fino ad oggi!
Una storia che mi affascina per il suo mistero: la vicenda secolare di questo piccolo popolo che continua a mantenere in modo fortissimo la sua “identità”. I visigoti o i normanni non ci sono più, e io stesso non so a quale antica popolazione appartengo.
Gli ebrei, invece, sono dispersi in tutto il mondo, a tutte le latitudini e in tutte le culture, ma mantengono la loro identità!
Pur con enormi differenze tra loro, gli ebrei si riconoscono dappertutto, se non altro perché ogni tanto qualcuno pensa di perseguitarli. E così vengono ferocemente identificati!
Perché? Come mai? Sono tentato di accennarvi un pensiero che continuamente mi ritorna: Israele continua ad essere la profezia e la culla della destinazione universale della fede di Gesù l’Ebreo? Ritenetele tutte mie inutili fantasie!
La memoria del giusto re Ezechia viene dal Siracide fortemente intrecciata e condizionata dalla presenza potente del profeta Isaia!
Se dunque da una parte si ricorda positivamente la bontà di questo regno, dall’altra si evidenzia come le prove della sua storia vengano superate e trasformate in vittoria dalla potenza della profezia e della preghiera .
Il Signore soccorre la fragilità e la paura del suo Popolo: “Il Santo li ascoltò subito dal cielo e li liberò per mezzo di Isaia” (ver.20)!
Il Signore è sempre il grande protagonista di una storia di cui Israele è il fragile e fortunato beneficiario!
Il re Ezechia esce dunque vittorioso dall’assalto nemico non perché è forte in guerra, ma perché è fedele al Signore: “Ezechia aveva fatto quanto è gradito al Signore”. Egli aveva il patrimonio della grande fede e della grande storia di Davide, di cui ha seguito le vie (ver.22)!
I vers.24-25 hanno come soggetto protagonista il profeta Isaia.
Dunque, è sempre il Signore a salvare e a guidare il suo popolo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.