14 L’uomo buono garantisce per il prossimo, ma chi ha perduto ogni vergogna lo abbandona. 15 Non dimenticare il favore di chi si è fatto garante, poiché egli si è impegnato per te. 16 Il vizioso dilapida i beni del suo garante 17 e l’ingrato di cuore abbandona chi l’ha salvato. 18 La cauzione ha rovinato molta gente onesta, li ha sballottati come onda del mare. Ha mandato in esilio uomini potenti, li ha costretti a vagare fra genti straniere. 19 Un peccatore si precipita verso la garanzia, va dietro ai guadagni e finisce in tribunale. 20 Aiuta il tuo prossimo secondo la tua possibilità e bada a te stesso per non rovinarti. 21 Le prime necessità della vita sono acqua, pane e vestito, e una casa che protegga l’intimità. 22 Meglio vivere da povero sotto un riparo di tavole, che godere di cibi sontuosi in casa d’altri. 23 Sii contento del poco come del molto, e non ti sentirai rinfacciare di essere forestiero. 24 Brutta vita andare di casa in casa, non potrai aprire bocca dove sarai forestiero. 25 Dovrai accogliere gli ospiti, versare vino senza un grazie, e oltre a ciò ascolterai parole amare: 26 «Vieni, forestiero, apparecchia la tavola, se hai qualche cosa sotto mano, dammi da mangiare». 27 «Vattene via, forestiero, c’è uno più importante di te, mio fratello sarà mio ospite, ho bisogno della casa». 28 Per un uomo che ha intelligenza sono dure queste cose: il rimprovero di essere forestiero e l’insulto di un creditore.
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Mi sembra di cogliere un legame prezioso tra “il garante” dei vers.14-20 e “il forestiero” dei vers.23-28.
Il “garante” è infatti colui che avvicina e rende vicino chi altrimenti sarebbe lontano: forestiero, appunto!
Ci vuole qualcuno che “garantisca” per lui!
Il grande “garante” è, nella rivelazione cristiana, il Signore Gesù! Così, anche “il lontano” diventa “vicino”.
Mi sembra così, anche se, per la verità, il termine “garante” non è presente negli scritti del Nuovo Testamento!
Dico questo, perché mi sembra che siano prossimi tra loro il termine “garante, garantire” e i termini che dicono “vicino”, “farsi vicino, avvicinare”, in quanto, come mi sembra si veda anche nel nostro brano, il garante rende vicino il forestiero!
Ne garantisce la vicinanza!
Siracide consiglia di esercitare tale garanzia con una certa prudenza, perché talvolta “il vizioso dilapida i beni del suo garante” (ver.16), e “la cauzione ha rovinato molta gente onesta” (ver.18).
Si può intendere, mi pare, frutto di questa garanzia, il fatto che lo straniero sia meno straniero, e, aiutato a poter fruire delle “prime necessità della vita” (ver.21) sia meno trattato da straniero!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Leggendo questo capitolo, colpisce il fatto che passano i secoli, i millenni, ma le situazioni, i meccanismi sociali ed economici si ripetono quasi uguali. Così, nella prima parte del capitolo, il nostro rapporto con il povero, con il bisognoso. Quando vediamo per strada che qualcuno si rivolge a noi, diventiamo sospettosi e ci mettiamo sulle difensive: Cosa vorrà? Mi chiederà dei soldi? – Nel brano odierno si descrive tutto l’intreccio tra creditore, debitore, garante. E, nell’ultima parte, la condizione del forestiero: ospitato, ma come un peso, come un subordinato e quasi colpevole della sua estraneità. Come sono diversi lo spirito e l’insegnamento di Gesù! Cito una sola parola, sulla quale abbiamo di recente meditato: “A chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello… Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle”.