1 Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione. 2 Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della prova. 3 Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. 4 Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, 5 perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. 6 Affìdati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui. 7 Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia e non deviate, per non cadere. 8 Voi che temete il Signore, confidate in lui, e la vostra ricompensa non verrà meno. 9 Voi che temete il Signore, sperate nei suoi benefici, nella felicità eterna e nella misericordia, poiché la sua ricompensa è un dono eterno e gioioso. 10 Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi lo ha invocato e da lui è stato trascurato? 11 Perché il Signore è clemente e misericordioso, perdona i peccati e salva al momento della tribolazione. 12 Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti e al peccatore che cammina su due strade! 13 Guai al cuore indolente che non ha fede, perché non avrà protezione. 14 Guai a voi che avete perduto la perseveranza: che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi? 15 Quelli che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole, quelli che lo amano seguono le sue vie. 16 Quelli che temono il Signore cercano di piacergli, quelli che lo amano si saziano della legge. 17 Quelli che temono il Signore tengono pronti i loro cuori e si umiliano al suo cospetto. 18 «Gettiamoci nelle mani del Signore e non in quelle degli uomini; poiché come è la sua grandezza, così è anche la sua misericordia».
Seleziona Pagina
Penso che il termine “prova” sia più adatto di “tentazione” che in lingua italiana suona sempre un modo negativo, mentre qui si tratta del ben più complesso panorama della vita di ogni credente! Il ver.2 vuole richiamarci ad un atteggiamento di grande determinazione e quindi pronto ad ogni prova!
Per questo la via più profonda e forte è la comunione con il Signore: “Stai unito a Lui senza separartene”. Questa è un’indicazione molto interessante perché in presenza di un problema, tutto in noi è attratto verso il problema, e sembra non ci sia tempo e spazio per altro. Invece qui si suggerisce una tensione privilegiata verso il Signore, con la certezza che alla fine sarà Lui ad esaltarci!
I vers.4-5 raccomandano quel farsi piccoli e poveri che rende capaci di sostenere la prova del dolore: sono le “vicende dolorose” del ver.4, e il “crogiuolo del dolore” del ver.5, resi con quel termine che ben conosciamo nel Magnificat di Luca 1 quando Maria dice che Dio ha guardato “alla miseria” della sua serva.
I vers.7-9 si appellano al “timore di Dio”: “Voi che temete il Signore”! Ricordo, anche perchè qualcuno me lo ha chiesto, il significato del “temere il Signore” che ora incontriamo ai vers.7-9. Il timore di Dio non è paura! E’ consapevolezza di una vita, la nostra, ormai vissuta sempre e tutta davanti a Dio! Una vita che in certo senso è tutta quindi una grande liturgia! Perché il Signore vive con noi e noi con Lui!
L’invito di questi tre versetti è “aspettate la sua misericordia e non deviate per non cadere”, “confidate in Lui” e “sperate nei suoi benefici, nella felicità eterna e nella misericordia”. Tutto questo è meraviglioso!
Il ver.10 è un invito a considerare in un attimo tutta la storia della salvezza per contemplare la perfetta fedeltà di Dio nei confronti di tutti i suoi figli: chi ha confidato in lui non è rimasto deluso; chi ha perseverato nel timore di Lui non è stato abbandonato; chi lo ha invocato non è stato trascurato.
Infatti, il Signore è “clemente e misericordioso, perdona i peccati e salva al momento della tribolazione”.
Il guaio sta in noi se e quando abbiamo una “vita doppia”, o non abbiamo fede, o perdiamo la perseveranza.
Oggi l’invito grande è, mi sembra, ad essere veramente “poveri”! Perché quelli che sono e sanno di essere poveri, secondo i vers.15-17, lo temono (nel senso che dicevamo sopra!) e lo amano.
Così, lo temono e quindi obbediscono alla sua Parola, lo amano, e quindi seguono le sue vie (ver.15).
Per lo stesso motivo, cercano di piacergli e si saziano della sua Parola che è “legge” per loro (ver.16).
E così tengono pronti i loro cuori e si custodiscono nella povertà e nella piccolezza.
Questa magnifica Parola si conclude al ver.18 con l’invito singolare “gettiamoci nelle mani del Signore”.
Questo verbo gettarsi-cadere in tutto il Libro del Siracide ha sempre un significato negativo, e tale è nei pochi luoghi dove compare negli scritti del Nuovo Testamento. Ma non qui! Qui vale proprio la pena di “gettarsi nelle mani del Signore”, perché “come è la sua grandezza, così è anche la sua misericordia”.
Che bello! Veniamo a sapere che la grandezza di Dio, che talvolta può impressionarci fino quasi ad impaurirci, è la misura meravigliosa della sua misericordia!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Questo passo della Bibbia è molto bello e fa quasi paura perché essere degni di Dio con tutte le nostre debolezze è molto difficile ma abbiamo un avvocato presso di Lui che intercede per noi che è Gesù Cristo Signore che ci ama di un amore infinito che va oltre le nostre miserie e possiamo davvero gettarci nelle sue braccia e affidargli la nostra vita.