18 Difatti gli elementi erano accordati diversamente, come nella cetra in cui le note variano la specie del ritmo, pur conservando sempre lo stesso tono, come è possibile dedurre da un’attenta considerazione degli avvenimenti. 19 Infatti animali terrestri divennero acquatici, quelli che nuotavano passarono sulla terra. 20 Il fuoco rafforzò nell’acqua la sua potenza e l’acqua dimenticò la sua proprietà naturale di spegnere. 21 Le fiamme non consumavano le carni di fragili animali che vi camminavano sopra, né scioglievano quel celeste nutrimento di vita, simile alla brina e così facile a fondersi. 22 In tutti i modi, o Signore, hai reso grande e glorioso il tuo popolo e non hai dimenticato di assisterlo in ogni momento e in ogni luogo.
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Mi piace moltissimo ascoltare questa Parola, al ver.18, mentre ascolto musica molto bella! E’ splendida l’infinita possibilità di “combinazioni” che permette alle note musicali di “accordarsi diversamente” generando innumerevoli “specie” di musica, “pur conservando sempre lo stesso tono”!
E questo lo verifichiamo nella storia se facciamo “un’attenta considerazione degli avvenimenti”. La creazione e la natura non sono rigidamente collocate, ma sanno “diventare” quello che occorre perché si attui e si compia la storia della salvezza che Dio vuole donare all’umanità!
Qui siamo molto lontani da un’identificazione tra natura e verità, e quindi da un’etica che pretenda di “imprigionare” la realtà e la storia dell’umanità nel “dover essere” della natura!
Per questo, dicono i vers.19-21, gli elementi naturali si piegano al servizio della storia della salvezza! Per questo “gli animali terrestri divennero acquatici”, e viceversa (ver.19. E il fuoco non si spense con l’acqua che “dimenticò la sua proprietà naturale di spegnere” (ver.20), ma vi si rafforzò! Peraltro, “le fiamme non consumavano le carni di fragili animali che vi camminavano sopra”, e non “scioglievano quel celeste nutrimento di vita, simile alla brina e così facile a fondersi” (ver.21)!! E’ la manna, che, ben al di là di essere un cibo povero del pellegrino, qui assurge ad essere cibo di immortalità! “Ambrosia” come diceva il linguaggio della spiritualità pagana.
Dunque, “Signore, hai reso grande e glorioso il tuo popolo e non hai dimenticato di assisterlo (cioè di essergli vicino per salvarlo e condurlo) in ogni momento e in ogni luogo” (ver.22).
Così oggi, ormai vicinissimi alla celebrazione della Pasqua del nostro caro Signore Gesù, arriviamo al termine di questo meraviglioso cammino nel Libro della Sapienza. Entriamo domani, che è anche la Festa di S.Giuseppe, nei giorni preziosi della Croce e della Gloria del Signore. Festa della Vita nuova e della salvezza nostra e di tutta l’umanità. Vi entriamo in circostanze dolorose e talvolta terribili della storia umana. In un tempo che il futuro giustamente denuncerà anche per il nostro paese e per l’intera Europa con grande severità. Ma lo sappiamo, mentre si consumano gli eventi, sia gli individui sia le comunità sembrano quasi ciechi davanti ai misfatti e agli orrori che vengono non solo compiuti, ma anche giustificati, o vissuti con il terribile “cancro dell’undifferenza”. Per noi, il piccolo antico popolo del Signore è annunciatore e maestro di una storia che lo vede perennemente pellegrino e sempre salvato da Dio. Non si tratta solo e tanto di “accogliere” lo straniero, ma di capire che noi per primi siamo “stranieri e pellegrini”, anche noi chiamati alla precarietà di una storia che, in ogni modo, Dio assiste e piega verso la salvezza nostra e di tutta l’umanità.
Riprenderemo il nostro cammino di Lectio quotidiana il 5 aprile entrando nella meraviglia della Lettera di Paolo agli Efesini.
Da oggi ad allora potremmo ogni tanto scambiarci qualche saluto e qualche pensiero mentre camminiamo nello splendore divino della Pasqua di Gesù e nostra.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Come nella cetra…”: la diversità delle note e l’armonia dell’insieme! Così noi, “accordati diversamente”, possiamo essere una bella sinfonia, gradita alle orecchie del Padre. – Mi sembra poi importante il commento di Giovanni che dice: “La creazione e la natura non sono rigidamente collocate… Qui siamo molto lontani da un’identificazione tra natura e verità…”: mi viene alla mente, ad esempio, l’attuale omofobia di tanti proprio in nome della “natura umana”. – Come dice la dossologia finale, che conclude in bellezza il libro della Sapienza, il Signore ha reso glorioso il suo popolo (cioè la nostra comunità, manifestazione della sua gloria, del suo amore) e non dimentica di assisterlo in ogni momento, in ogni luogo!!