10 Sei proprio tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai affidato al seno di mia madre.
11 Al mio nascere, a te fui consegnato;
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
12 Non stare lontano da me,
perché l’angoscia è vicina e non c’è chi mi aiuti.
13 Mi circondano tori numerosi,
mi accerchiano grossi tori di Basan.
14 Spalancano contro di me le loro fauci:
un leone che sbrana e ruggisce.
15 Io sono come acqua versata,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si scioglie in mezzo alle mie viscere.
16 Arido come un coccio è il mio vigore,
la mia lingua si è incollata al palato,
mi deponi su polvere di morte.
17 Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
18 Posso contare tutte le mie ossa.
Essi stanno a guardare e mi osservano:
19 si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
20 Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.
21 Libera dalla spada la mia vita,
dalle zampe del cane l’unico mio bene.
22 Salvami dalle fauci del leone
e dalle corna dei bufali.
mi hai affidato al seno di mia madre.
11 Al mio nascere, a te fui consegnato;
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
12 Non stare lontano da me,
perché l’angoscia è vicina e non c’è chi mi aiuti.
13 Mi circondano tori numerosi,
mi accerchiano grossi tori di Basan.
14 Spalancano contro di me le loro fauci:
un leone che sbrana e ruggisce.
15 Io sono come acqua versata,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si scioglie in mezzo alle mie viscere.
16 Arido come un coccio è il mio vigore,
la mia lingua si è incollata al palato,
mi deponi su polvere di morte.
17 Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
18 Posso contare tutte le mie ossa.
Essi stanno a guardare e mi osservano:
19 si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
20 Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.
21 Libera dalla spada la mia vita,
dalle zampe del cane l’unico mio bene.
22 Salvami dalle fauci del leone
e dalle corna dei bufali.
E’ di grande rilievo e di grande aiuto pregare il Signore con questa Parola proprio nella festa della sua Presentazione al Tempio. Ci aiuta a cogliere luci preziose sul senso profondo della vita che in Gesù e con Lui è consacrata a Dio fin dal principio, come i padri ebrei hanno custodito nella loro divina tradizione sapienziale e profetica. Così dicono a noi i vers.10-11. Con quel “mi hai affidato al seno di mia madre” si può pensare addirittura all’Annunciazione, e alla nascita di Gesù. Il ver.11, con l’attuale versione italiana, conduce proprio all’offerta dei primogeniti che Gesù porta a pienezza con la sua presentazione al Tempio. Adempiendo la prescrizione ebraica Egli svela fin d’ora la sua offerta d’amore. Quel “a te fui consegnato” sarebbe espresso in termini più violenti, come se fosse “gettato contro Dio”, ma anche questo aiuta a capire come tutta la vita del Signore sia fin da principio offerta al Padre. Una grande liturgia di offerta d’amore.
Subito dopo, al ver.12, si coglie l’orizzonte di lotta che segna tutta la vita terrena di Gesù, che quindi subito si affida al Padre: “Non stare lontano da me”. Copiosamente gli evangelisti hanno attinto dalle Parole che oggi ci sono regalate per evidenziare la Passione come adempimento e compimento delle parole di questo Salmo. Al ver.20 viene ripresa la supplica “Ma tu Signore non stare lontano”, espressione della comunione tra il Padre e il Figlio, che sempre domina la storia, fin al di là di quell’abbandono con il quale si è aperto il Salmo. Anche là il Padre è con il Figlio! E’ reale l’abbandono ed è reale la comunione!
I vers.20-23 sono la grande invocazione di salvezza a Dio. Mi piace dirvi: noi siamo quindi intermente partecipi di tutto questo. Anche noi fin da principio consacrati a Dio nel Battesimo, in Lui morti e risorti, come dice l’Apostolo, siamo morti e vive in noi il Figlio di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Anche a me è sembrato che i versetti 10-11 fossero adattassimi per la Festa di oggi. Qua, come nel Vangelo, c’è la parola madre e ci sono le bellissime immagini che descrivono il grembo materno. Anche nel Vangelo se ne parla, perchè per dire ‘il promogenito’ si dice:’colui che apre il grembo’. Mi è sembrato un bel regalo per oggi riconsiderare come i luoghi della maternità siano stati visitati pienamente e realmente dal Figlio di Dio.
E mi è sembrato bellissimo che la maternità sia oggi presentata come luogo dolce di riposo e di sosta. Magari è per ricordarci che l’accoglienza materna è il più bel dono che ci possiamo scambiare reciprocamente nella fatica delle vicende delle vita e perfino nel dramma della fede.