1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2 Ti risponda il Signore nel giorno dell’angoscia,
ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.
3 Ti mandi l’aiuto dal suo santuario
e dall’alto di Sion ti sostenga.
4 Si ricordi di tutte le tue offerte
e gradisca i tuoi olocausti.
5 Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera,
adempia ogni tuo progetto.
6 Esulteremo per la tua vittoria,
nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli:
adempia il Signore tutte le tue richieste.
7 Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato;
gli risponde dal suo cielo santo
con la forza vittoriosa della sua destra.
8 Chi fa affidamento sui carri, chi sui cavalli:
noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio.
9 Quelli si piegano e cadono,
ma noi restiamo in piedi e siamo saldi.
10 Da’ al re la vittoria, Signore;
rispondici, quando t’invochiamo.
2 Ti risponda il Signore nel giorno dell’angoscia,
ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.
3 Ti mandi l’aiuto dal suo santuario
e dall’alto di Sion ti sostenga.
4 Si ricordi di tutte le tue offerte
e gradisca i tuoi olocausti.
5 Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera,
adempia ogni tuo progetto.
6 Esulteremo per la tua vittoria,
nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli:
adempia il Signore tutte le tue richieste.
7 Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato;
gli risponde dal suo cielo santo
con la forza vittoriosa della sua destra.
8 Chi fa affidamento sui carri, chi sui cavalli:
noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio.
9 Quelli si piegano e cadono,
ma noi restiamo in piedi e siamo saldi.
10 Da’ al re la vittoria, Signore;
rispondici, quando t’invochiamo.
Segnalo subito un particolare piuttosto vistoso di questo Salmo, che mi pare di avere sempre riscontrato nello scorrere la Bibbia nella mia quasi nulla conoscenza dell’ebraico, e cioè l’assenza di un termine: la parola “vittoria”! Qui compare quattro volte nella versione italiana: ver.6; ver.7 come “vittoria” e come aggettivo “vittoriosa”; ver.10. E ciò che mi sembra di straordinario rilievo è che al posto di “vittoria” è scritto “salvezza”! Sono consapevole che sulle parole quello che conta è intendersi, ma mi sembra in ogni modo di grande rilievo che, invece di vincere, si venga salvati!
Se teniamo conto di questo, sembra presentarsi un volto assolutamente nuovo della “guerra”. La “salvezza” implica prima di tutto la presenza e l’azione del “Salvatore”. E tale è l’attributo fondamentale di Dio nella fede e nella storia del popolo di Dio. Al punto che qualcuno dice che Israele conosce prima di tutto Dio come Salvatore che lo strappa dalla schiavitù dell’Egitto, e solo dopo comincia a conoscerlo nella sua Parola, fino a conoscere che Dio è il creatore di tutto e di tutti. La prima e fondamentale conseguenza di questo è che il re che parte per la guerra – e quindi ciascuno di noi nella piccola immensa avventura della “guerra” della sua modesta vita! – non può partire da solo. Osserviamo come i vers.2-4 siano preghiera a che il Signore “ti risponda…ti protegga…ti mandi l’aiuto…si ricordi…gradisca…adempia”. Dio è completamente coinvolto in questa battaglia.
Per questo il ver.6 può dire: “Esulteremo per la tua salvezza”, e non “per la tua vittoria”, perchè il Signore ha veramente adempiuto “tutte le tue richieste”. “Ora so che il Signore il suo consacrato”, e non “dà vittoria”. Mi sembra che si delinei una realtà completamente nuova, dove non c’è più guerra contro altri uomini, ma è guerra contro le potenze oscure che assediano il cuore dell’uomo, come qualche giorno fa suggerivo di ascoltare dal mirabile testo di Efesini 6,10-20. Una guerra combattuta non contro un “peccatore” che invece deve sempre essere amato, ma contro il “peccato” che ci imprigiona e ci ammala. Questa guerra solo Dio può vincerla e farcela vincere!
Verifichiamo come tutto prenda una nuova meravigliosa fisionomia. Consideriamo ad esempio il ver.7. E notiamo come il Salmo voglia che ci si distingua radicalmente dalle guerre del mondo, come sono ricordate ai vers.8-9: là si fa affidamento “sui carri e sui cavalli”; noi invochiamo il nome del Signore. “Quelli si piegano e cadono” in un destino di morte. “Noi restiamo in piedi – ma Girolamo traduce , risorgiamo, siamo risorti – e, alla lettera, siamo stati rimessi in piedi”. La Pasqua di Gesù ha definitivamente compiuto quello che qui è profeticamente proclamato.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.