1 Alleluia. Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell’assemblea dei fedeli. 2 Gioisca Israele nel suo creatore, esultino nel loro re i figli di Sion. 3 Lodino il suo nome con danze, con tamburelli e cetre gli cantino inni. 4 Il Signore ama il suo popolo, incorona i poveri di vittoria. 5 Esultino i fedeli nella gloria, facciano festa sui loro giacigli. 6 Le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani, 7 per compiere la vendetta fra le nazioni e punire i popoli, 8 per stringere in catene i loro sovrani, i loro nobili in ceppi di ferro, 9 per eseguire su di loro la sentenza già scritta. Questo è un onore per tutti i suoi fedeli. Alleluia.
Salmo 149
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La Parola di questo Salmo mi viene incontro come un grande canto di Pasqua, una grande esultanza per la vita nuova che abbiamo ricevuto in dono. La lode del Signore è dunque questa festa e questo gioioso canto per il dono di Dio E’ un “canto nuovo” (ver.1), perché nuova è la vita che il Signore regala al suo popolo.
“Il Signore ama il suo popolo” (ver.4). Qui purtroppo la traduzione italiana cede alla tentazione della vittoria, e così perde lo splendore del termine “salvezza”, come è nel testo originale. Un popolo di poveri, come siamo noi, non aspira alla vittoria, ma gode della salvezza, che è impresa non nostra ma dell’amore del Signore per noi! Questa è la sostanza della vita cristiana, che il nostro Salmo profetizza! Noi possiamo e dobbiamo semplicemente fare festa ed esultare (ver.5). “Il Signore esalta i poveri nella salvezza”! E Girolamo traduce in latino questa espressione rendendola con “Il Signore esalta i poveri in Gesù”! Il combattimento però non è finito: la vita nuova che ci è stata donata è il principio e la fonte della buona battaglia della fede che accompagna la vita del credente sino alla fine, per cui, insieme alle “lodi di dio sulla loro bocca” (ver.6), ecco “la spada a due tagli nelle loro mani”!
Infatti il morire, e il risorgere alla vita nuova, segna e accompagna l’esistenza del credente, che ogni giorno sperimenta la necessaria lotta contro il nemico, lotta che il Signore Gesù ha inaugurato per noi con la potenza della sua Croce d’amore e che noi siamo chiamati a celebrare nel grande comandamento dell’amore. In esso viviamo e celebriamo la morte della morte e la risurrezione della vita divina in noi!
E’ una grande battaglia per la salvezza dell’umanità, contro le grandi potenze del mondo che hanno crocifisso il Signore: e questa è “sentenza già scritta”! (ver.9). E’ Vangelo! “Questo è un onore per tutti i suoi fedeli. Alleluia”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi piace sottolineare tre parole o espressioni. La prima: “un canto nuovo”: siamo alla fine ormai del salterio, ma qui siamo invitati a un canto nuovo…, e possiamo immaginare e credere che la vita in Dio sia una continua novità. Del resto, ci aspettano (anzi, sono già iniziati) cieli nuovi e terra nuova. – La seconda: “Gioisca…, esultino…, festeggino…”: quante volte nei salmi viene rilevato e proposto l’atteggiamento della gioia, dell’esultanza. Se le religioni hanno indotto piuttosto alla serietà, alla severità, alla valorizzazione del sacrificio, la fede in Gesù e la fiducia nel Padre ci portano invece alla pace gioiosa, all’esultanza interiore. – La terza: “Dio ama…”: lo ripetiamo sempre; è bello sentirsi amati da lui e forse tutti noi ne abbiamo fatto, almeno un po’, l’esperienza.