1 Canto delle salite.
Chi confida nel Signore è come il monte Sion:
non vacilla, è stabile per sempre.
2 I monti circondano Gerusalemme:
il Signore circonda il suo popolo,
da ora e per sempre.
3 Non resterà lo scettro dei malvagi
sull’eredità dei giusti,
perché i giusti non tendano le mani
a compiere il male.
4 Sii buono, Signore, con i buoni
e con i retti di cuore.
5 Ma quelli che deviano per sentieri tortuosi
il Signore li associ ai malfattori.
Pace su Israele!
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La bellissima immagine, quasi materna, di Dio che circonda il suo popolo come i monti cingono Gerusalemme (vers.1-2), descrive efficacemente la fede come fiducia, come il confidare, come il pieno abbandono del credente alla Persona e alla protezione incrollabile del Signore. Questo è evidentemente più forte e drammatico quando le circostanze storiche sembrano gridare l’abbandono della storia da parte di Dio. E così sembra voler accennare con delicatezza il nostro Salmo, quando al ver.3 assicura che lo scettro, e cioè il potere, dei malvagi, “non resterà sull’eredità dei giusti”. Questa eredità ha il suo significato originario nella “terra” che Dio ha donato al suo popolo assegnandone una parte a ciascuna tribù facendo tirare a sorte quella spettante a ciascuna di esse. Da qui i termini eredità, sorte, parte. Ricordiamo ad esempio il Salmo 15(16) che parla di una terra toccata in sorte e particolarmente graziosa e gradita. Da qui il significato si estende e si approfondisce fino ad essere la “sorte” la vicenda, la persona, il “mondo” di ogni uomo e donna, al di là di una tangibile realtà esterna. E credo si possa intendere in questo senso quell’ “eredità” dei giusti che il Signore non lascerà in mano a dominatori prepotenti. C’è insomma una difesa dei piccoli, dei poveri e dei deboli che hanno un posto di predilezione nel cuore del Signore. E qui è interessante il motivo di questa difesa divina. Sembra di capire che il Signore non voglia che l’oppresso reagisca al male che subisce con un male che lo porterebbe al livello del suo ingiusto oppressore. E’ un invito implicito ma forte ai “giusti” perchè non si lascino trascinare dalla loro situazione di oppressione verso le iniquità e i metodi dei malvagi. Penso che a tutti vengano alla mente le reazioni, le parole e i silenzi di Gesù durante la farsa drammatica del processo che lo porterà alla croce. La preghiera del ver.4 – “sii buono Signore con i buoni” – assimila la vicenda e gli atti del credente alla Persona e agli atti del suo Signore. Per questo mi sembra di vedere un confronto e un contrasto tra i “retti di cuore”, che seguono questa “via diretta” di fedeltà, e quelli che “deviano per sentieri tortuosi”, e che quindi non si custodiscono in quegli atteggiamenti interiori ed esterni che sono il giudizio più severo nei confronti degli ingiusti oppressori. Possiamo forse pensare, come esempio, a quella spada che ancora si rende presente nell’orto degli ulivi, e che Gesù ripudia sia perchè è strumento di un mondo dove si uccide e si è uccisi, sia perchè è in radicale contrasto con la volontà del Padre che chiede sia assunto il calice della sua volontà di salvezza e di bene. Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.