1 Canto delle salite. Di Davide.
Se il Signore non fosse stato per noi
– lo dica Israele –,
2 se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
3 allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.
4 Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
5 allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
6 Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.
7 Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
8 Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
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L’espressione resa in italiano al ver.2 con “per noi”, è più forte e diretta, e si può esprimere con “in mezzo a noi” o addirittura con “in noi”. Questa radicale e profonda comunione di Dio con il suo popolo è il segreto della speranza e della pace, quello che consente di confidare anche nei momenti più drammatici della storia. A me spiace anche che la nuova traduzione dica al ver.2 “quando eravamo assaliti”, lasciando cadere il soggetto della frase, che dice “un uomo”, o anche “uomini” come era nella vecchia traduzione, o forse come si potrebbe rendere con “l’uomo”. Mi sembra cioè importante che questa preghiera voglia ricordare come il mistero del Male è immerso nella realtà umana, e ognuno di noi se lo ritrova nel cuore, cioè là dove si combatte la vera battaglia tra il bene e il male. E’ in quella prima battaglia che non potremmo che essere sconfitti “se il Signore non fosse stato con noi”(ver.1). I vers.4-5 hanno nella versione greca una variazione che vale la pena non perdere. La seconda parte del ver.4, dove il nostro testo dice “un torrente ci avrebbe sommersi”, il testo greco dà inizio ad una nuova frase che dice “L’anima nostra ha attraversato il torrente: davvero ha attraversato l’anima nostra l’acqua travolgente”. In questo modo non è il torrente che avrebbe potuto sommergerci, ma è l’evento per il quale la nostra anima ha attraversato il torrente. Sembra quasi un’evocazione del passaggio del Mar Rosso. E quindi il Salmo sarebbe memoria dell’antica liberazione dall’Egitto e dal furioso inseguimento degli egiziani contro il popolo dei fuggitivi ebrei. I vers.6-7 assumono la fisionomia di una parabola della lotta tra animali grandi e piccoli. I grandi sono spaventosamente presenti con i loro terribili denti (ver.6). I piccoli sono rappresentati dal passero rimasto impigliato nel laccio del tremendo cacciatore. Ma “il laccio si è spezzato e noi siamo scampati”. Come vedete bene, qui non c’è interesse per una vittoria! Sapete che il termine “vittoria” non l’ho mai trovato nel testo ebraico della Bibbia? Quello che conta è che il Signore ci abbia liberati. La salvezza è prima di tutto e soprattutto “liberazione”. Gesù insegna a pregare: “Liberaci dal Male”. Il nostro aiuto è nel nome del Signore, che tutto può, perchè è Lui che “ha fatto cielo e terra”. Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.