14 Poi, al momento del pasto, Booz le disse: «Avvicìnati, mangia un po’ di pane e intingi il boccone nell’aceto». Ella si mise a sedere accanto ai mietitori. Booz le offrì del grano abbrustolito; lei ne mangiò a sazietà e ne avanzò. 15 Poi si alzò per tornare a spigolare e Booz diede quest’ordine ai suoi servi: «Lasciatela spigolare anche fra i covoni e non fatele del male. 16 Anzi fate cadere apposta per lei spighe dai mannelli; lasciatele lì, perché le raccolga, e non sgridatela». 17 Così Rut spigolò in quel campo fino alla sera. Batté quello che aveva raccolto e ne venne fuori quasi un’efa di orzo. 18 Se lo caricò addosso e rientrò in città. Sua suocera vide ciò che aveva spigolato. Rut tirò fuori quanto le era rimasto del pasto e glielo diede. 19 La suocera le chiese: «Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che si è interessato di te!». Rut raccontò alla suocera con chi aveva lavorato e disse: «L’uomo con cui ho lavorato oggi si chiama Booz». 20 Noemi disse alla nuora: «Sia benedetto dal Signore, che non ha rinunciato alla sua bontà verso i vivi e verso i morti!». E aggiunse: «Quest’uomo è un nostro parente stretto, uno di quelli che hanno su di noi il diritto di riscatto». 21 Rut, la moabita, disse: «Mi ha anche detto di rimanere insieme ai suoi servi, finché abbiano finito tutta la mietitura». 22 Noemi disse a Rut, sua nuora: «Figlia mia, è bene che tu vada con le sue serve e non ti molestino in un altro campo». 23 Ella rimase dunque con le serve di Booz a spigolare, sino alla fine della mietitura dell’orzo e del frumento, e abitava con la suocera.
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Sento il bisogno di sottolineare che la “lettura” che sto facendo di questo Libro è una “mia” lettura, esposta a tutti i miei limiti di fede e di competenza. Questo lo vedo bene anche quando, dopo aver buttato giù queste righe, vado a Messa con i miei fratelli e le mie sorelle, trovando in loro tesori di preghiera e di riflessione molto profondi. Anche oggi io colgo nella persona di Rut il mistero di Dio, che per noi è Gesù(!), nascosto dentro di lei. Oggi, in particolare, nascosto nella sua povertà. Mi piace oggi vedere in lei un’immagine preziosa della chiesa stessa, della chiesa dei poveri come al Concilio è stata regalata sopratutto per l’intervento del Card. Lercaro con un testo redatto da Giuseppe Dossetti. Penso ai poveri che ogni giorno ci visitano. E al dono di cui sono i segreti portatori.
E allora, chi è Booz? Forse è un po’ ognuno di noi. Forse è il mondo stesso che attende la salvezza. Forse è anche Israele che accoglie il Messia quando entra nel mistero della povertà di Dio quale è annunciata e manifestata dall’ebreo Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio. Mi piace l’invito che lui fa a Rut, e il cibo che le offre. Mi affascina il fatto che lei peraltro “si mise a sedere accanto ai mietitori”(ver.14), e, secondo il ver.23, “rimase con le serve…abitava con la suocera”.
Oggi si fa un passo importante verso le nozze. Noemi riconosce che Booz è una avente diritto al riscatto, cioè all’acquisto dell’eredità del morto. E con un privilegio di precedenza nei confronti della donna rimascta vedova: Rut, la Moabita (ver.21)! Questa Rut che continua a nutrire la vecchia suocera con quello che porta a casa dalla campagna di Booz, e alla quale Noemi sta aprendo la strada verso la pienezza delle nozze.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.