La visitazionePreghi per me, don Giovanni, perchè non riesco a portare il peso di una nuova maternità di cui mi sono resa conto in questi giorni.

Sono sola, perchè mio marito è un buon cristiano contento che le cose vadano così, ma io sento già troppo per me la fatica dei tre nostri figli. Lei ha conosciuto quello malato.

Non le chiedo altro che una preghiera….

Cara amica, ho tenuto da parte il suo messaggio per due settimane, perchè ho voluto affidare le sue parole alla grazia della Festa di oggi. L’Assunzione di Maria. Questo mi consente di risponderle dalla casa di Elisabetta che oggi ospita la Madre di Dio nello splendore della sua visita e dell’incontro tra queste due mamme e dei bambini che portano in grembo. Non posso entrare direttamente nel merito di quello che lei mi scrive, ma sento giusto partire dal suo lamento per la solitudine nella quale sta vivendo questo passaggio difficile della sua vita. Chiedo a Maria e a Elisabetta di invitare anche lei al loro incontro. Anche loro, in certo modo, sono sole. Mi pare di vedere che anche accanto al marito più attento e affettuoso la donna vive l’esperienza di una certa solitudine profonda nel mistero della sua maternità. E mi capita spesso di incontrare qualche amica e anche persone che non conosco, che gridano la loro solitudine proprio in un momento in cui sentirebbero il bisogno di appoggiarsi e riposare. Il viaggio di Maria di Nazaret dalla Galilea alla Giudea per far visita alla sua parente è stato un gesto un po’ imprudente per il suo stato. Doveva proprio essere importante quell’incontro. E non solo per Elisabetta. Anche per Lei, la Madre di Dio. Se infatti a Nazaret Maria ha proclamato la sua obbedienza sponsale, nella casa di Elisabetta tutto in lei cresce come consapevolezza del dono che porta nella sua giovane femminilità. Credo che questa "solitudine visitata" chieda di non essere risolta con parole ed esortazioni che rischierebbero la superficialità di una retorica disimpegnata. Quello che il Vangelo della Visitazione mi suggerisce è la scoperta da parte di Maria e di Elisabetta della potenza di comunione e consolazione che è loro donata da chi esse portano nel loro grembo. Un figlio che è anche sposo. Una presenza che, mentre chiede ogni protezione, avvolge di benedizione e di pace chi l’accoglie e la custodisce. Forse la consolazione che giustamente lei cerca, è già presente nel mistero che la visita e nella vita che le è affidata. Mi benedica. Giovanni.