1 Il Signore parlò a Mosè nelle steppe di Moab, presso il Giordano di Gerico, e disse: 2 «Ordina agli Israeliti che dell’eredità che possederanno riservino ai leviti città da abitare; darete anche ai leviti il terreno che è intorno alle città. 3 Essi avranno le città per abitarvi e il terreno intorno servirà per il loro bestiame, per i loro beni e per tutti i loro animali. 4 Il terreno delle città che darete ai leviti si estenderà per lo spazio di mille cubiti fuori dalle mura della città tutt’intorno. 5 Misurerete dunque, all’esterno della città, duemila cubiti dal lato orientale, duemila cubiti dal lato meridionale, duemila cubiti dal lato occidentale e duemila cubiti dal lato settentrionale; la città sarà in mezzo. Tali saranno i terreni di ciascuna delle loro città.
6 Fra le città che darete ai leviti, sei saranno città di asilo, che voi designerete perché vi si rifugi l’omicida: a queste aggiungerete altre quarantadue città. 7Tutte le città che darete ai leviti saranno dunque quarantotto, con i relativi terreni. 8 Le città che darete ai leviti verranno prese dalla proprietà degli Israeliti: da chi ha molto prenderete molto, da chi ha meno prenderete meno; ognuno ai leviti darà delle sue città in proporzione della parte che avrà ereditato».
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Mi sono progressivamente convinto che bisogna considerare con particolare attenzione i passi della Scrittura che parlano dei sacerdoti e dei leviti, perchè contengono affermazioni molto importanti per i cristiani, in quanto la Chiesa è un popolo tutto sacerdotale. Per questo dunque, siamo invitati a considerare questi testi come insegnamento profetico per il popolo cristiano in generale.
Una nota della Bibbia di Gerusalemme dice che l’assegnazione ai Leviti di città e terreni, prescritta nel nostro testo, contrasta con quello che era stato detto in Numeri 18,20ss, dove si diceva che ai sacerdoti e ai leviti non spettava alcuna eredità nella Terra. A me sembra che le Parole di oggi se mai enfatizzino la “povertà” chiesta ai sacerdoti e ai leviti, in quanto non riconosce loro alcun diritto di possesso, e li affida direttamente alla “carità” dei figli di Israele. Terre e città per le tribù vengono da una specie di “diritto divino”, cioè da quello che Dio ha esplicitamente stabilito per il suo popolo, mentre sacerdoti e leviti, che hanno il Signore come loro proprietà, vivranno per come i loro fratelli li sosterranno. Per questi figli di Israele, si dice al ver.8 che ai leviti i ricchi daranno molto e i poveri daranno poco.
In tale orizzonte è molto bello che ai leviti vengano date le sei città di rifugio, segno privilegiato della misericordia di Dio. Il commento di Filone attribuisce a tali città un significato spirituale, dicendo che la prima di tali città, la più antica e la più potente è “la Parola di Dio”, e le altre cinque sono le “potenze” della Parola stessa: potere creativo, potere regale, potere di misericordia, potere legislativo per dire che cosa si deve fare, e potere legislativo per dire quello che non si deve fare.
Sembra dunque di poter concludere che povertà e misericordia sono le due grandi testimonianze che il popolo sacerdotale dei cristiani deve dare a tutte le nazioni della terra in mezzo alle quali è disperso, è presente, ed è mandato per annunciare il Signore del Vangelo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.