50 Il Signore parlò a Mosè nelle steppe di Moab, presso il Giordano di Gerico, e disse: 51 «Parla agli Israeliti dicendo loro: “Quando avrete attraversato il Giordano verso la terra di Canaan 52 e avrete cacciato dinanzi a voi tutti gli abitanti della terra, distruggerete tutte le loro immagini, distruggerete tutte le loro statue di metallo fuso e devasterete tutte le loro alture. 53 Prenderete possesso della terra e in essa vi stabilirete, poiché io vi ho dato la terra perché la possediate. 54 Dividerete la terra a sorte secondo le vostre famiglie. A chi è numeroso darai numerosa eredità e a chi è piccolo darai piccola eredità. Ognuno avrà quello che gli sarà toccato in sorte; farete la divisione secondo le tribù dei vostri padri. 55 Ma se non caccerete dinanzi a voi gli abitanti della terra, quelli di loro che vi avrete lasciati saranno per voi come spine negli occhi e pungoli nei fianchi e vi tratteranno da nemici nella terra in cui abiterete. 56 Allora io tratterò voi come mi ero proposto di trattare loro”».
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In questi giorni è arrivato dal nostro fratello Andrea, che con Lorenzo vive, prega, lavora e ama a Gerusalemme, un “lamento” che ho custodito e che oggi mi sembra bene citare esplicitamente. Confidava Andrea la sua fatica nell’accogliere serenamente i termini del Libro dei Numeri che si esprimono nel testo ebraico con parole che purtroppo in Palestina compaiono anche nella cronaca quotidiana del conflitto e della violenza nascosta o espressa nel conflitto tra Israeliani e Palestinesi. Un testo come quello di oggi suppone che abbiamo ben chiaro quanto sia pericolosa ogni “lettura” letteralista e fondamentalista del Testo Sacro. E non solo per quello che riguarda la Bibbia degli Ebrei e dei Cristiani, ma anche – evidentemente – il Corano dell’Islam. Solo una “lettura nello Spirito”esprime compiutamente il “pensiero” di Dio e quindi rende pienamente attuale la rivelazione del suo disegno salvifico e la sua volontà per noi e per tutte le nazioni. Citato l’Islam, qui io mi riferisco intenzionalmente alla nostra Bibbia. Quello che potrebbe portare fatica in Parole come quelle che oggi il Signore ci regala, lo vedo emergere spesso in espressioni meno clamorose, ma non meno insidiose. Per questo i versetti che visitano oggi la nostra preghiera esigono molto evidentemente il porsi di una domanda circa la loro “vera” interpretazione, che a noi non può venire che da Gesù, e da come Egli ha accolto e pienamente adempiuto ogni Parola divina ricevuta dalle Scritture. Ma vedo che pericoli di fondamentalismo possono accompagnare ed emergere anche nel comune modo di pensare e di agire di noi cristiani. Mi impressiona ad esempio l’intervento fatto in questi giorni dal Presidente della Camera che ha sfidato il suo auditorio chiedendo se la Legge sul Testamento biologico appena approvata non sia un “precetto” piuttosto che una legge. Chiaramente egli faceva riferimento all’influenza che in quell’occasione hanno esercitato i pensieri e le volontà di persone appartenenti all’ambito ecclesiale, e l’opportunismo che ha guidato altri a “concedere” quello che i “cattolici” chiedevano. Ma io sento oggi di dover chiedere: e se per giunta si trattasse di un “precetto”sbagliato? Un precetto estraneo alla dottrina cristiana e al suo codice di comportamento? Sarebbe un caso non del tutto banale di fondamentalismo strisciante e assai dannoso.
Come dunque noi intenderemo il “cacciare” e il “distruggere” e il “devastare” del ver.52? L’intenderemo come la severa e incessante vigilanza richiesta ai discepoli di Gesù, così inevitabilmente esposti a lasciarsi sedurre e conquistare da logiche e da sapienze di mondanità, magari assumendo pensieri e azioni lontani dalla fede di Gesù in cambio di privilegi e garanzie non omogenei alla condizione del cristiano nel mondo.
E come interpreteremo il “possedere” del ver.53? Come attenzione profonda a tutto considerare e accogliere come un bene donato da Dio a tutta la sua famiglia, e cioè ad ogni uomo e donna della terra, ad ogni creatura umana, dato che per tutti il Signore ha dato la vita e per tutti ha meritato la nuova condizione di figlio di Dio. Non c’è cosa che sia “mia” e insieme escluda da essa il mio fratello, cioè ogni uomo e donna della terra.
Al ver.54 Il Signore ci ricorda che su nulla abbiamo diritto di possesso come un dato di conquista, o di merito, o di legittima acquisizione! Tutto quello che abbiamo è dono di Dio. Per questo non può che riflettere il criterio della sua paternità universale che vuol dare a ciascuno quello di cui ha bisogno: “A chi è numeroso darai numerosa eredità e a chi è piccolo darai piccola eredità”
E infine, chi sono oggi per me e per noi “gli abitanti della terra” da cacciare affinché non diventino per noi “come spine negli occhi”? Sono certamente tutti gli idoli della potenza e della violenza mondana, causa delle grandi inimicizie e dei grandi conflitti. Ma io non ho nessun uomo e donna della terra che sia per me da cacciare, perchè nella Pasqua di Gesù che ci prepariamo a celebrare ogni uomo e donna della terra mi è fratello e sorella. E devo aggiungere, non lui o lei isolato dai suoi pensieri o dai suoi atteggiamenti, perchè anche in questo so di dover cogliere i segni e gli accenni anche piccoli della sua appartenenza a Dio Padre e al suo cammino verso di Lui. E in ogni modo i segni e i preannunci del cammino che il Padre sta compiendo verso di lui e di lei nella potenza del Vangelo e del Mistero Pasquale di Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Grazie a don Giovanni per i criteri interpretativi, quelli odierni e quelli suggeriti in altre occasioni. Personalmente, mi muovo come posso, con l’aiuto delle note e di qualche commento (quando ce l’ho). Scusate se talvolta scrivo cose discutibili o non appropriate o addirittura errate… Grazie per questa splendida occasione di leggere e commentare la Parola di Dio, insieme a voi. – Oggi vedo che il grande cammino dell’esodo, di cui ieri abbiamo letto tutte le tappe, si conclude davanti al fiume Giordano. E’ il luogo del battesimo di Giovanni, del battesimo di Gesù… e sono le stesse acque in cui anche noi siamo stati immersi per “alzarci” a vita nuova. Al di là del Giordano c‘è la terra, donata da Dio come in una nuova creazione. Nasce una società umana fondata sul dono gratuito di Dio e su criteri di equità e solidarietà. Completare quest’opera è anche nostro compito e impegno, pur con i nostri piccoli mezzi…