16 Il primo mese, il giorno quattordici del mese, sarà la Pasqua del Signore. 17 Il giorno quindici di quel mese sarà giorno di festa. Per sette giorni si mangerà pane azzimo. 18 Il primo giorno si terrà una riunione sacra; non farete alcun lavoro servile. 19 Offrirete in sacrificio consumato dal fuoco un olocausto al Signore: due giovenchi, un ariete e sette agnelli dell’anno senza difetti. 20 La loro oblazione sarà fior di farina impastata con olio: ne offrirete tre decimi per giovenco e due per l’ariete, 21 ne offrirai un decimo per volta per ciascuno dei sette agnelli 22 e offrirai un capro come sacrificio per il peccato, per compiere il rito espiatorio su di voi. 23 Offrirete questi sacrifici oltre l’olocausto della mattina, che è un olocausto perenne. 24 Li offrirete ogni giorno, per sette giorni; è un alimento consumato dal fuoco, un sacrificio di profumo gradito al Signore. Lo si offrirà oltre l’olocausto perenne con la sua libagione. 25 Il settimo giorno terrete una riunione sacra; non farete alcun lavoro servile.
26 Il giorno delle primizie, quando presenterete al Signore un’oblazione nuova, alla vostra festa delle Settimane, terrete una riunione sacra; non farete alcun lavoro servile. 27 Offrirete in olocausto di profumo gradito al Signore due giovenchi, un ariete e sette agnelli dell’anno. 28 La loro oblazione sarà fior di farina impastata con olio: tre decimi per ogni giovenco, due decimi per il solo ariete 29 e un decimo ogni volta per ciascuno dei sette agnelli. 30 Offrirete un capro per compiere il rito espiatorio per voi. 31 Offrirete questi sacrifici, oltre l’olocausto perenne e la sua oblazione. Sceglierete animali senza difetti e vi aggiungerete le loro libagioni.
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Mi sembra molto interessante che, mentre si parla di queste grandi feste, la Pasqua e la Pentecoste, così caratterizzate da riferimenti di per sè “esterni” al culto del Tempio, siano invece prescritti riti e sacrifici che accompagnano, come in un linguaggio di continuità, le feste stesse. Come se questo fosse garanzia che tutto è sempre raccolto e orientato nella direzione di Dio. Altrimenti, può avvenire un movimento di accaparramento e di svuotamento che toglierebbe alle Feste il loro orientamento di fondo, facendone semplicemente “tradizioni degli uomini”. Il discernimento non è facile e pretendere di cogliere sempre le reali intenzioni più profonde sarebbe temerario. Però credo che anche noi cristiani, come i nostri fratelli ebrei, possiamo chiederci se non c’è il rischio che proprio le grandi feste della fede le possiamo ridurre a “tradizioni” culturali e di costume, senza riferimenti al Mistero che le ha generate e che le giustifica nel profondo.
In questa direzione è interessante che nel nostro testo manchino, come è evidente al ver.16, dove si parla della “Pasqua del Signore”, i riferimenti a ciò che più caratterizza queste feste. Come qui il fatto stesso dell’Agnello che il quattordici del mese viene immolato per essere consumato nel grande rito domestico e famigliare della Pasqua. Come se questa Parola volesse farci notare che la bellezza e la verità della liturgia pasquale è sostenuta dalla forza del culto reso a Dio nel Tempio. Non quindi un contrasto tra la liturgia domestica e quella del Tempio, ma il reciproco svelarsi e custodirsi. Oso arrivare a dire che anche oggi la grande Liturgia della comunità ecclesiale è la fonte e la vera custodia della preziosa “liturgia domestica” – e feriale! – della nostra vita quotidiana.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Come scriveva ieri Andrea sembra forte la vicinanza con il nostro anno liturgico..
Dt 16 parla anche un pò dei motivi per cui sono importanti questi appuntamenti, quotidiani e ‘speciali’. In particolare mi ha colpito il v.3
‘In questo modo ti ricorderai, per tutto il tempo della tua vita, del giorno in cui sei uscito dalla terra d’Egitto’.
Ricordarci, per tutto il tempo della nostra vita..
“la pasqua del Signore”… del Signore!!
così come sono del Signore – o per il Signore, al Signore… – i sacrifici, il profumo (v.18.24.27) e l’oblazione nuova (26).
La cosa sorprendente è che queste feste e questi appuntamenti sono reciproci!
Per noi:
– 18 e 25 “la convocazione santa per voi”
– 19 e 31 (in italiano non compare) “gli agnelli saranno senza difetto per voi”
– 22 e 30 “l’espiazione per voi”
Questo scambio “per Lui… per noi” è il dono della liturgia e della preghiera, uno scambio d’amore. Con Gesù le cose sono diventate ancora più mescolate perchè Lui, Dio, è venuto da noi a insegnarci – nella Pasqua – come essere per Lui.