6 A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7 Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8 Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9 Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10 Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11 Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12 Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.
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“A mezzanotte si levò un grido”(ver.6). Non si dice chi sia a levare questo grido, ma certamente è fonte di suprema autorevolezza che sottolinea come il tempo non sia nostro ma di Dio! Sarà quello che le vergini stolte dovranno amaramente verificare davanti alla porta chiusa dei vers.10-11. Il tempo è per il discepolo il tempo dell’obbedienza, dell’obbedienza al tempo di Dio. Questo è il volto misterioso e grande della storia, della nostra storia personale come della grande storia delle nazioni, delle chiese e dell’intera umanità. Mentre le altre fedi religiose fanno dello “spazio” – i “luoghi sacri” – l’occasione per l’incontro con Dio, per la fede ebraico cristiana è il tempo, cioè la storia, il grande appuntamento che Dio fissa per il suo incontro con l’uomo.
Il severo dialogo tra le vergini stolte e quelle sagge ai vers.8-9 ci ricorda che la vita di fede è evento comunitario, ma insieme rigorosamente personale. Il cammino incontro allo Sposo è compiuto insieme, ma ognuno porta la sua responsabilità in modo rigoroso. Mi pare questo il significato e il motivo del rifiuto della richiesta delle vergini stolte. C’è una responsabilità ultima ed essenziale che riguarda ogni persona. Questo lo vedo molto presente in persone particolarmente segnate dalla povertà e dalla minorità! Vedo come tutte senza esclusione di nessuno, sino ai bambini più piccoli, rispondono con tutto il loro essere al mistero di Dio. Se mai si può dire che più le persone sono piccole e povere, più sono già vicinissime alla Persona dello Sposo Gesù e al suo sacrificio d’Amore. S.Teresa di Gesù Bambino ci ricorda che basta una sola goccia di rugiada per riempire tutto un piccolo fiore del prato. Ho in mente nella preghiera di oggi un mio fratellino che molti di voi ben conoscono, molto segnato dalla piccolezza di Gesù, che mi è maestro di questa sapienza e di questa carità del Figlio di Dio.
Può essere utile uno sguardo al testo di Matteo 7,21-23 a proposito del “non vi conosco” del ver.12 del nostro brano. E’ evidente che tutto il bene della vita è relativo al rapporto d’amore nuziale con Gesù. Il pericolo può essere dunque quello di una vita anche impegnata, ma non “dedicata” all’Amore. Si può pensare ai “venditori di olio” come a quelli tra i più piccoli dei nostri fratelli che nella loro povertà ci procurano molto bene per quello che si può fare per loro, come forse allo stesso modo si potranno interpretare i “banchieri” del ver.27 del testo di domani. Ma resta che tutto deve esprimere il vincolo d’amore con Gesù e i suoi tempi.
Il ver.13 chiarisce che il “vegliare” non significa principalmente un “non dormire”, ma il volto profondo di una vita che non è vissuta per se stessa ma è interamente orientata e dedicata al dono e all’evento dell’Amore. A Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi è sembrata piuttosto impressionante la brutta fine che fanno le vergini stolte.
Non è bastato per loro prendere le lampade e uscire incontro allo sposo.
Giovanni ha scritto che ‘il tempo è per il discepolo il tempo dell’obbedienza, dell’obbedienza al tempo di Dio’.
Forse oltre ad una certa fatica dell’obbedienza c’è anche una certa fatica nel capire e nel muoversi in questo tempo di Dio, non nostro.
Non hanno pensato all’olio, chissà per pensare a cosa. Il rischio di una vita spesa e riempita di pensieri, azioni e parole nostre che non portano luce. Che non servono all’incontro con lo sposo.
Mi resta un pò il dubbio che con o senza olio la Luce,il Lume, viene solo dal Signore. La preparazione della lampada può essere un pò simbolo della nostra disposizione interiore, della nostra accoglienza, contemplazione, del degno affetto.
Pare valga proprio la pena di preparare al meglio le nostre lampade.
Leggo in un commento che con questa parabola Gesù insiste sul fatto che la morte del discepolo è il frutto della sua vita. La morte non ha nulla di terribile: corona la vita che si è condotta. E’il momento della venuta dello sposo, l’ingresso nel regno definitivo di Dio: il banchetto di nozze. Mi colpisce anche quel “Signore, Signore…”: è la preghiera più bella…, ma non è questo che permette di entrare, bensì il rapporto d’amore nuziale con Lui.
Lo sposo è tutto, e il suo arrivo segna la pienezza del tempo, la rottura della notte, l’esplosione di canto. E quando entra, entrano tutti quelli e quelle che sono con lui.
La risposta “Non vi conosco!” è molto severa. I discepoli di Gesù, i figli dello sposo sono come dice Gal 4:9 “ora invece che avete conosciuto Dio, anzi da lui siete stati conosciuti…”; “chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio” (1Giov 4:7).
Gesù aveva detto (prima di risuscitare Lazzaro): “Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo” (Gv 11:9). Non è più tanto il tempo di preoccuparsi degli altri; non è possibile esaudire la richiesta delle vergini stolte: “dateci un po’ del vostro olio!” Ognuno è chiamato a rendere conto della sua responsabilità davanti al Signore.
Non essere pronti ad accogliere lo sposo, tardare alla porta come le vergini stolte che solo in ritardo si procurano l’olio, fa sì che non si riceva quello che era stato preparato per noi:la comunione con lo Sposo. Chi è pronto e attende, entra con Lui.
Ci sono persone che possono “vendere” questo olio necessario. Ma bisogna essere attenti, perché si può fare tardi ad andare da loro, come queste 5 vergini stolte. Questo è il tempo per acquistare l’olio: oggi, e non domani. Chi sono? Sono quelli che possono preparaci un posto nel regno dei cieli. Forse possiamo accostare a questo pensiero la parabola del ricco e di Lazzaro. Là il ricco aveva la possibilità di relazionarsi con Lazzaro, e attraverso di lui, con Dio. Ma alla fine, non è più possibile, e Abramo – portavoce di Dio – gli dice che tra loro e lui vi è un grande fossato, invalicabile quando ormai non c’è più tempo.
È un invito a ricordare che oggi è il tempo buono per ottenere quell’olio, che poi non si potrà altrimenti più acquistare.