12 Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe 13 e disse loro: «Sta scritto:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera.
Voi invece ne fate un covo di ladri».
14 Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. 15 Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, 16 e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto:
Dalla bocca di bambini e di lattanti
hai tratto per te una lode?».
17 Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.
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PRIMA PARTE
La Parola che oggi il Signore regala alla nostra preghiera e alla nostra vita è appunto un testo molto importante per la preghiera. Per intendere in modo semplice e grande qualche scintilla del grande mistero e del grande dono della preghiera. Non pensiamo certo di affrontare questo tema. Però mi piace sperare che l’episodio di cui oggi il Vangelo fa memoria possa darci su questo tema una luce bella e feconda.
La cacciata dei venditori del tempio è piuttosto massacrata da un’abitudine di commento molto deviante. Diciamo subito che questi venditori sono delle persone come le altre e non dei briganti speciali. I ladri che Gesù cita non sono certo loro, anche se volete ipotizzare che nelle vendite facessero qualche passaggio non del tutto onesto. Ma il problema è ben più grave e coinvolge quindi i grandi responsabili della vita spirituale del popolo. Per questo, i vers.14-16 che sono del solo Matteo, hanno un’importanza molto grande.
Il gesto fortissimo, direi clamoroso, di Gesù, che può essere colto anche nella grande tradizione dei profeti, cui spesso Dio domandava di porre segni anche violenti davanti alla coscienza del suo popolo, riguarda, come ben cogliamo dalle sue parole al ver.13, il significato profondo e la vera ragione dell’esistenza del tempio di Gerusalemme. Ricorderete che quando è nata questa ipotesi nella vicenda di Israele, Dio non si è mostrato subito del tutto d’accordo con questa idea. Potete andare un momento, per questo, a 2 Samuele 7. Quasi ci fosse in Dio il presentimento di quello che ora Gesù denuncia e condanna. Gesù, citando Isaia e Geremia, denuncia il degrado e il tradimento che si è operato nella fede di Israele e che ha nel culto del tempio un suo apice di scandalo. Il tempio, infatti, doveva essere il luogo di celebrazione del grande incontro d’amore tra Dio e il suo popolo. Il luogo della supplica e della lode.Il luogo del pentimento e del perdono. Ma, dice il Signore, è diventato una spelonca di ladri. Più mitemente, Giovanni nel suo Vangelo lo chiamerà “luogo di mercato”, e questa espressione ci aiuta a capire il pensiero e l’azione di Gesù. Il rapporto tra Dio e il suo popolo è stato deviato e ferito dalle “regole” che sacerdozio e farisaismo vi hanno apportato. E quindi gli stessi sacrifici che il Signore aveva istituito per rendere visibile ed efficace la sua relazione con le persone e con l’intero suo popolo, è diventato un mercato, uno scambio, una bottega. “Se fai questo, ti meriti, quello…ottieni quest’altro…aggiusti l’altra cosa…”. Il rapporto puro e profondo con Dio è diventato un mercato dove si compra il perdono, la salvezza, l’aggiustamento della coscienza…Questa è l’accusa di Gesù! I venditori scacciati sono il segno della fine di un mercato per la riscoperta e la pienezza di un legame d’amore.
SECONDA PARTE
Ecco perchè sono molto importanti i versetti che solo Matteo ci regala. La cacciata dei venditori è seguita dall’ingresso nel tempio di ciechi e storpi che Gesù guarisce. Ecco il senso di questo luogo d’incontro con Dio: cercare e ricevere il bene che Egli vuole donare a tutti, a partire da chi è in condizione più ferita. Ugualmente, sono molto importanti le gioiose acclamazioni dei bambini, sicuramente liberi da preoccupazioni “commerciali”, e quindi ricchi di semplicità e di immediatezza nella loro lode al Signore. Dopo pochi anni il vecchio tempio di Gerusalemme sarà distrutto, e risplenderà meraviglioso il Tempio nuovo: Gesù stesso. Il Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, nel quale Dio e l’umanità si incontrano non in un tempio fatto di pietre, ma nella Persona viva del Signore, che il Padre ha mandato perchè sia Salvatore di tutto il mondo.
Lascio a ciascuno la riflessione che si può fare, che ognuno può fare, sulla nostra preghiera e sulla preghiera del popolo cristiano. Per me è di grande rilievo che Matteo unisca così fortemente il tema della preghiera e della sua purificazione con la carità verso i poveri e con la lode dei bambini.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
v. 21 “Gesù entrò poi nel tempio …”: queste parole sottolineano un ingresso solenne. Ricorda mal 3:1 “Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; l’ angelo dell’ alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti.” È la presenza del Messia nel suo tempio. È il consenso di Gesù a tutto ciò che la Scrittura dice di Lui, con tutto il suo mistero di passione e di gloria.
v. 13: “E disse loro: “La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri”. Con queste parole Gesù non vuole dire solo che bisogna togliere tutto ciò che crea confusione e impedimento alla preghiera degli uomini, ma vuole mostrare che in riferimento al tempio e alla religione ci sono due vie alternative. La prima è quella che noi uomini “naturalmente” preferiamo, volendo avere con Dio e con gli altri relazioni di tipo “commerciale”, per avere vantaggio dalla nostra “religiosità”. E l’altra – del tutto alternativa – è quella di Dio, secondo la sua volontà, fin dall’inizio, che è quella per la quale gli uomini possano agire senza cercare interessi per sé.
E i vv. che seguono mostrano cosa vuol dire essere chiamata “casa di preghiera”. È una casa in cui Dio compie le sue meraviglie (v. 15, i capi e i sommi sacerdoti si sdegnano per le meraviglie che Gesù compie nel tempio sui malati), ed è una casa dove i bambini possono alzare la voce per gridare: “Osanna al figlio di Davide!”. In questa casa Dio può fare le sue meraviglie e noi, come bambini, possiamo alzare la voce e confessare che Gesù è il Cristo di Dio.
Gesù entrando nel tempio guarisce quanti secondo l’antica legge non potevano accedervi, né offrire sacrifici (ciechi e storpi); è segno che compie e rinnova la Legge offrendo il sacrificio gradito a Dio per la salvezza di tutti e l’accesso di tutti alla casa di preghiera del Padre.
In questa casa di preghiera, dalla quale i “commercianti” della religione vengono scacciati, e le rigide autorità sembrano non entrare, rimangono sole con Gesù queste persone malate, bisognose di essere curate da Lui, e i piccoli bambini, dai quali Dio si è procurata la lode. È una bella immagine del popolo di Dio: persone piccole e malate in preghiera di lode e supplica, e Gesù in mezzo a loro. Dei discepoli non si parla, forse sono proprio da considerare nel numero di questi malati guariti e dei bambini esultanti.
Gesù evidentemente non considera più preghiera gli atti di sacrificio per cui erano predisposte quelle cose che Lui caccia e rovescia via dal tempio. Al contrario va considerato parte della preghiera la cura dei malati (v.14). E la preghiera va dunque intesa come uno spazio di cura per le ferite delle persone e per la loro cura e guarigione.