1 Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo. 2 Dicevano infatti: “Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo”.
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La grande “Storia della salvezza” che Dio ha “scritto” nella vicenda di Israele e che si è compiuta in Gesù Cristo per essere via ed evento di salvezza per tutti i popoli, è il grande grembo, la grande liturgia della misericordia divina, in cui ogni altra “storia” viene avvolta, giudicata e colta nel suo riferimento al mistero di Dio. Questo inizio della memoria della Passione e della Gloria del Signore ne è una mirabile epifanìa.
La vicenda di Gesù di Nazaret deve ormai compiersi e deve compiersi in quei giorni perchè, appunto, “mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi”. Le antiche grandi “feste” del popolo di Dio che hanno intessuto e custodito il cammino di salvezza di Israele, ora devono rivelare il senso ultimo della loro esistenza attraverso l’evento che esse stesse hanno profetizzato e preparato. E si tratta di un’illuminazione reciproca: la Pasqua e gli Azzimi riveleranno il volto divino della morte e risurrezione di Gesù di Nazaret, e questa vicenda darà alle antiche feste di Israele tutto il loro splendore riempiendole della luce di Gesù Cristo.
Ed è molto interessante, nelle Parole che oggi il Signore ci regala, osservare che di per sè questi giorni di festa vengono giudicati del tutto inopportuni. Sommi sacerdoti e scribi “dicevano infatti: Non durante la festa, perchè non succeda un tumulto di popolo”. Ma questa precauzione sfuggirà loro di mano, non solo e non tanto per il tumulto inevitabile degli eventi, ma proprio perchè questi giorni sono stati divinamente creati e disposti per la vera Pasqua del vero Agnello, Gesù Cristo nostro Signore.
Questo non deve peraltro portare a concludere con una concezione “meccanica” della storia. Ognuno si muove nella sua determinazione e nella sua responsabilità, ma tutto è misteriosamente avvolto da un disegno ben più grande! Così, quando al ver.1, dice che “cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno”, l’affermazione è del tutto fedele alla realtà dei cuori e dei propositi. Ma insieme è vigilata e indirizzata secondo il mistero della volontà di Dio. Dunque, la disordinata e spesso terribile “liturgia” della storia umana è sempre in ogni modo “compresa” nella storia e nella liturgia della salvezza che in Gesù ha avuto la sua pienezza e il suo compimento.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
I sommi sacerdoti e gli scribi “cercavano il modo di catturare Gesù”. Quando Gesù entrò in Gerusalemme e cacciò i venditori e i compratori dal tempio, questi capi gli chiesero perchè e con quale autorità facieva ciò. Volevano prenderlo, ma avevano paura della folla. Gesù aveva parlato già tre volte ai suoi discepoli della sua prossima pasqua dicendo loro cosa gli sarebbe accaduto a Gerusalemme. Oggi si realizza l’intenzione di catturarlo. Gesù sapeva di compiere la volontà del Padre. “con inganno”: perchè non c’è motivo per ucciderlo. E volevano prenderlo non durante la festa; e invece viene proprio catturato durante i giorni della festa di Pasqua, perchè è la volontà del Padre (non quella degli uomini) che si deve compiere per la salvezza degli uomini. Al cap. 7 abbiamo ascoltato che l’ “inganno” è una delle passioni cattive che ci sono nel cuore dell’uomo. L’inganno è il contrario della verità. E’ pericoloso per gli uomini, perchè così rifiutano la verità di Dio rivelata a noi in Gesù. In Apoc leggiamo che quelli che seguono l’Agnello non hanno inganno in loro. E anche Paolo dice che la sua predicazione del vangelo non è fatta con inganno.,Qui c’è una indicazione per noi di stare all’erta, perchè l’inganno è un pericolo, e un segnale di non accogliere la verità di Dio. “Dopo due giorni…”: suggerisce che la venuta della Pasqua di liberazione e di salvezza è ormai vicina; e dopo le parole del cap. 13 sulla necessità dell’attesa attenta e perseverante della venuta di gesù nella gloria, preceduta dalla grande tribolazione, sembra volerci dire che è più vicina di quanto potremmo pensare o immaginare.,Inoltre queste parole ci ricordano l’invito e la promessa di Dio affidato al profeta Osea (6:1-2): “Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà; egli ci ha percosso, ed egli ci fascerà. DOPO DUE GIORNI ci darà la vita, e il terzo ci farà rialzare e noi vivremo alla sua presenza”.,Le pagine che con questi primi vv. del cap. 14 si aprono davanti a noi, sono il racconto del dono della vita che Dio, nella Pasqua di gesù, fa a noi uomini.