1 Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. 2 Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. 3 Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, 4 si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5 Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6 Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico 7 e predicava: “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”.
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“Inizio” e “Vangelo” s’incontrano e si abbracciano. E’ l’inizio del Vangelo, come il Vangelo è l’inizio. E’ la Parola che apre tutta la Bibbia in Genesi 1,1:”In principio…”. E’ quello che avvicina in modo grande questo versetto iniziale di Marco con l’inizio del Vangelo secondo Giovanni:”In principio era il Verbo..” Nella lingua greca della Scrittura principio e inizio sono la stessa parola. Il Vangelo è l’inizio di tutto, come profeticamente lo era l’inizio della creazione nel racconto di Genesi.
Come può essere detto questo? Perchè Gesù Cristo, Figlio di Dio è l’inizio e il principio di tutto! Dunque, ecco il primo versetto del Vangelo secondo Marco:”Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio”. Accennavo qui sopra che il racconto della creazione di Genesi è profezia di questo inizio. Tutto quello che ha preceduto questo inizio che è Gesù, è profezia di Lui! Tutto quello che i nostri padri ebrei hanno ricevuto da Dio e che nelle loro e nostre Scritture è custodito. Le Scritture sono illuminate e adempiute da Gesù e illuminano la sua persona e la sua opera.
Per questo, facciamo attenzione ai versetti 2-3-4 e alla loro stretta connessione:”Come è scritto…(ver.1)…si presentò Giovanni..(ver.4)”. E’ un’unica proposizione dove quel “come” fa memoria di tutta la profezia che ha preceduto il suo compimento nella persona di Gesù, e che ora viene annunciata dall’ultima profezia, quella di Giovanni. “Si presentò Giovanni…” non mi pare renda adeguatamente il testo del ver.4. La versione latina si raccoglie in un semplice “ci fu Giovanni”. Il testo greco vuole dirci che, come è scritto nel profeta Isaia, “avvenne Giovanni”. Si tratta di un avvenimento ben più vasto del “presentarsi” Giovanni alla ribalta della storia. Giovanni stesso, la sua persona e la sua profezia, sono “evento” che svela e porta a pienezza tutta la profezia consegnata da Dio ai padri ebrei, adempiendola in Gesù. La citazione dei vers.2-3 raccoglie in realtà parole sia da Esodo, sia appunto da Isaia, sia da Malachia, come si vede dalle note di fianco al testo sulle nostre bibbie.
Il ver.4 indica le due azioni di Giovanni che battezza nel deserto, e predica un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Intorno alla sua persona Marco fa convergere, al ver.5: “tutta la regione…tutti gli abitanti di Gerusalemme”. Il confronto con le altre memorie evangeliche, confronto che sarà sempre importante per tutto il nostro cammino nel Vangelo secondo Marco, ci mostra che il nostro testo si tiene rigorosamente nei termini e nei limiti essenziali, che tendono a mettere in luce semplicemente ed esclusivamente la persona e l’opera del Battista, rappresentante di tutta la profezia di Israele, nel suo compito di preparare la venuta del Signore. Nell’avvenimento apparentemente modesto sulle rive del Giordano si prepara finalmente il grande incontro tra il popolo di Dio e il Messia del Signore.
L’abbigliamento di Giovanni, la sua vita austera e il deserto nel quale egli convoca tutto il popolo esprimono in un’ikona efficace tutta la storia del popolo della Prima Alleanza. E’ l’Israele fedele che ha custodito nell’attesa e nella profezia, la speranza non solo per sè, ma per tutte le nazioni. Se peraltro tutto si compie in perfetta coerenza e continuità, l’evento che si sta preparando, Gesù di Nazaret Figlio di Dio, è incomparabile e imparagonabile con tutto quello che l’ha preparato e atteso. Nella sua stessa persona, e quindi nella sua predicazione, Giovanni mette in evidenza l’abisso che separa lui da Colui che egli annuncia; la sua opera e quello che dal Cristo di Dio sarà compiuto per la salvezza del mondo intero. E pure grande è la potenza del battesimo di Giovanni, che non è solo un segno di conversione, ma è dono divino che rimette i peccati del popolo. Ma non è paragonabile al Battesimo di Gesù, che donerà all’uomo quello che l’antica vicenda di Adamo pallidamente profetizzava, l’essere l’umanità, in Cristo, figlia di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, figlio di Dio”
La predicazione di Giovanni il battezzatore annuncia l’avvicinarsi del compimento delle profezie e dell’attesa del Messia. La sua missione è espressa per due volte (ai vv. 2 e 3) con verbi il cui significato è simile: “preparare”. Giovanni è nel deserto per preparare la via all’incontro del Messia, del servo di Dio, con gli uomini.
E cosa voglia dire “preparare la via” preparare l’incontro tra il popolo e il messia di Dio, Gesù Cristo, lo dice Giovanni stesso nei versetti seguenti. Il suo annuncio è come in due tappe: prima, convoca al suo battesimo, che è “di conversione per il perdono dei peccati”, cioè annuncia e rende consapevoli gli uomini che il problema fondamentale della loro vita è la loro condizione di peccato, che esige conversione e spera il perdono.
Poi a chi sembra essersi già avvicinato al suo battesimo di acqua, Giovanni parla apertamente del “più forte” che sta per venire dopo di lui, il quale “battezzerà in Spirito Santo”.
Annuncia perciò la condizione di distanza da Dio e di bisogno di salvezza che l’uomo ha: e agli uomini è richiesto di riconoscere questa distanza e questo bisogno; e poi annuncia che la salvezza è data, sta per venire, è ormai presente, in Gesù Cristo, il “più forte” che viene da Dio e dona agli uomini lo Spirito Santo, cioè la stessa vita di Dio.
I primi versetti del libro dell’Apocalisse, che oggi, contemporaneamente al Vangelo di Marco cominciamo a leggere, suonano come un incitamento e un incitamento alla fedeltà a questa lettura quotidiana, personale o comunitaria, del Vangelo: “Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettendo in pratica le cose che vi sono scritte. Perchè il tempo è vicino” (Apoc 1:3)
Il Signore conceda a tutti voi e noi una buona e fedele lettura in preghiera del Vangelo.
Mi ha impressionato tutta la gente che ‘accorre’ al battesimo di conversione per il perdono dei peccati. L’unica condizione richiesta è essere peccatori. Nessuno con questo criterio può essere escluso. Nessuno può non avere le carte in regola.
Tutti possono presentarsi da Giovanni così come tutti oggi ci siamo accostati e potevamo accostarci all’inizio del Vangelo.
Ho trovato oggi, da subito, una grande accoglienza per noi e per tutti. Anche una grande coordinata per i nostri rapporti, perchè siano davvero aperti a tutti.
Il viaggio iniziato oggi..sul Giordano..da peccatori battezzati..mi sembra davvero una gran cosa.
Effettivamente una grande ‘buona notizia’.
Sì, anch’io accetto di mettermi in cammino, con semplicità e fiducia. Il pensiero di arrivare fino ad ottobre, di attraversare tutta l’estate in compagnia del Vangelo di Marco, mi dà l’idea di un respiro largo, e di un cibo abbondante e prezioso, che ci prepara, fra l’altro, al prossimo anno liturgico. Oggi siamo come convocati dal Battista, come tutti coloro che “accorrevano” da lui; ma è lui che ci indica Colui che viene.
Stamattina avevo ancora in mente le parole di Paolo di ieri: pregate perchè Dio apra la porta della Parola (Col4,3): l’inizio del Vangelo è una porta che si apre! Dio manda il suo messaggero Giovanni a preparare la strada; apre la porta del cielo e manda il suo Figlio prediletto. Giovanni ci apre la porta delle scritture dei profeti e ce le mostra “attuate” oggi; noi apriamo la porta della città per uscire dalla nostra prigionia, per andargli incontro negli spazi aperti della valle del Giordano; noi apriamo il nostro cuore alla confessione dei nostri peccati per prepararci all’incontro con Lui.
Popolo mio, porgi l’orecchio al mio insegnamento,
ascolta le parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca in parabole,
rievocherò gli arcani dei tempi antichi.
Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato,
non lo terremo nascosto ai loro figli;
diremo alla generazione futura
le lodi del Signore, la sua potenza
e le meraviglie che egli ha compiuto.
Salmo 77
Mi colpisce in questo brano la lunga preparazione di tutta la storia di Israele al compimento della venuta del messia, dalla creazione ai profeti fino a Giovanni. “preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” (v.3). E nello stesso tempo la totale novità dell’evento Gesù Cristo. Nuovo inizio. Nuova creazione. Vangelo. Figlio di Dio. Giovanni battezza con acqua, “ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo” (v.8). La novità è l’irruzione di Dio nella storia, nella nostra storia, nella nostra carne, nei nostri peccati.
Mi sembra che la parola forte di questo inizio sia CONVERSIONE. L’inzio del Vangelo – della buona notizia – è una voce, quella di Giovanni, che predicando un battesimo di conversione è come se dicesse “ehi, giratevi di qua, state attenti!”. Questo suona alle mie orecchie sempre distratte come un richiamo forte e affettuoso. Mi chiama, mi accoglie, con il fardello della mia non-fede.