27 Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28 Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
29 Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30 E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
31 Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32 Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
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Dio non lo si può possedere! Si può solo accoglierlo come supremo dono! Tale è il dono della donna all’uomo. E’ bello oggi riprendere il testo di genesi 2,18-25, dove la creazione della donna è necessaria perché l’uomo possa essere se stesso! Gesù è il supremo dono di Dio all’umanità! E’ il “Dio con noi”! Per questo non lo si può conquistare né “prendere”, né con la forza, né con la violenza, né con l’intelletto, né con le nostre pretese virtù. Non lo si può “possedere”. Questo mi sembra il cuore profondo della castità, e dunque il motivo di una severità che vieta di “guardare per desiderare”!
Questo è il significato profondo dello “scandalo” e dello “scandalizzare”. L’occhio e la mano possono essere occasione di “scandalo” quando ti fanno “possessore” di Colui che puoi solo ricevere e accogliere. Essendo “dono”, non lo puoi comperare o rubare, né prendere con violenza. Tutto questo “ti scandalizza”, perché scandalizza quel “piccolo” che è in te e che tu sei! Un piccolo che appunto può solo ricevere in dono. L’occhio e la mano possono essere occasioni di una cattiva grandezza e potenza. Così mi sembra di ascoltare nei vers.28-30.
Dunque, sono portato a interpretare il rapporto dell’uomo con la donna in questi versetti come segno del rapporto con Dio! Sono consapevole che questo rende problematica l’interpretazione del verbo che la versione italiana rende, al ver.32, con “la espone all’adulterio”. Ma resto del pensiero che chi ripudia la moglie stravolge il mistero delle nozze, perché le pone sullo stesso piano di un “adulterio”. Invece, sono nozze! La nostra comunione con Dio, è comunione nuziale! Il Signore la custodisce fino alla sua Croce! Non si tratta di una relazione di possesso, che io posso sciogliere quando e come voglio. La donna e l’uomo sono l’uno per l’altro, il segno del Signore che ha stabilito con noi un vincolo di comunione fino alla morte, e alla morte di Croce. Si dice che la difficoltà del matrimonio cristiano è l’indissolubilità. A me sembra che il cuore di tutto sia invece questo “amore”, al quale la nostra vita è consacrata fin dal nostro battesimo.
Su quello che ho cercato di dire, sono felicissimo di tutto quello che mi obietterete. E’ un aiuto di cui ho veramente bisogno.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Chiunque guarda una donna per desiderarla”: si parla della donna sposata e il desiderio è da intendere come volontà di impossessarsene. E’ bella questa rettitudine intima che Gesù ci propone: un cuore semplice, puro, che non vuole asservire la donna o altre persone. – Se l’occhio o la mano sono motivo di scandalo…: l’occhio è simbolo del desiderio e la mano è simbolo dell’azione; seguire l’impulso al desiderio e all’azione può portare alla caduta. La purezza di cuore permette di superare il desiderio e l’operare in favore degli altri elimina l’agire cattivo. – Non ripudiare, eccetto in caso di…: i commentatori sottolineano l’importanza della eccezione, della sua presenza. Il testo più antico, quello di Marco, non ammetteva eccezioni; Matteo, redatto successivamente, già la ammette. Le regole non sono rigide, ma si modellano con i mutamenti dei tempi, dei bisogni dell’uomo, della società. Situazioni di sofferenza e di infelicità permanente non sono un giusto motivo di separazione? La tradizione ortodossa – ricorda la TOB – sulla base di questo inciso ammette il divorzio in caso di adulterio.