21 Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. 22 Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». 23 Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Registrazione dell’omelia partecipata durante il ritiro dei fratelli e delle sorelle a Sovere.
E’ giusto che le note delle bibbie sottolineino l’importanza di questo “da allora” del ver.21, perché connette strettamente l’annuncio messianico del brano precedente con la Pasqua della sua passione, morte e risurrezione che oggi il Signore proclama. Il passaggio è dunque delicatissimo, perché non si può separare la signoria di Gesù dalla sua Croce. Questa è la sostanza della “discussione” che nasce tra Lui e Pietro che respinge la prospettiva della Pasqua del Signore, umanamente troppo distante da quello che Pietro stesso ha proclamato al ver.18 del brano precedente.
E’ importante considerare come questo assuma enorme rilievo sia nella storia del cristianesimo sia nella vicenda di ogni discepolo cristiano: Se la signorìa del Cristo viene separata e in certo modo “esentata” dalla Croce, tutto si mondanizza. Se ne avete il tempo, è preziosa la lettura di 1Corinti 1 fino al ver.2 del capitolo 2, dove Paolo dice: “Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso”.
Tuttavia, a me piace ascoltare la Parola che il Signore oggi ci dona con una certa simpatia e persino tenerezza. Mi piace dunque quel “prendere in disparte” del ver.22 da cui parte il rimprovero di Pietro al Signore. Mi piace l’espressione “Dio non voglia!” che alla lettera è “Via da te!”, e la povera sicumera di quel “questo non ti accadrà mai”. Talvolta l’affetto può essere ingannevole, ma è pur sempre affetto.
E allo stesso modo leggerei il rimprovero di Gesù! Sono consapevole che la questione è molto seria, e che di fatto nella storia noi cristiani ci siamo caduti molte volte. Forse il più delle volte! Qui però, al ver.23, non possiamo non cogliere la bellezza di quel “Va’ dietro a me, Satana!”, dove Gesù nello stesso tempo lo manda via: “Va’!”, lo chiama “Satana”, come anch’io, ovviamente scherzando, dico qualche volta a mio figlio quando giochiamo insieme, ma lo manda dietro a Sé: “Va’ dietro a me, Satana”. Gesù conosce Pietro che di fatto nel grande dramma della Passione, per paura lo rinnegherà: ma poi, pentitosi amaramente, piangerà con fiumi di lacrime: Pietro è fatto così! Come me e forse come alcuni di noi! La parte più severa, ed evidentemente non solo per Pietro, è la conclusione delle Parole di Gesù, e del nostro brano: “Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”. Ci da un’idea di quanto siamo deboli ed esposti a cadere in una tentazione diabolica di rinnegamento del nostro Signore. Quel “secondo gli uomini”, in questo senso la dice lunga!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.