1 Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».
2 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3 e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4 E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5 Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6 Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7 Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8 E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
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Mi piace pensare che ognuno di noi possa considerarsi tra quegli “alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza” (ver.1). E mi piace pensare che questo avvenga per noi quando il Signore ci conduce “su un alto monte, in disparte” nella celebrazione della divina Liturgia. A Messa! Poveri noi! Come la celebriamo? Come ci lasciamo coinvolgere nelle parole e nei segni? Eppure, nel quotidiano, questo è l’ambito del miracolo della “trasfigurazione” come viene chiamato l’evento che oggi ci viene regalato dalla Parola del Signore!
“Fu trasfigurato davanti a loro” (ver.2): è l’emergere della realtà divina nella realtà umana di Gesù! La Parola che viene proclamata e che noi ascoltiamo è in realtà Parola di Dio. E, più profondamente, è Dio che ci parla. Noi che stiamo celebrando insieme siamo la Santa Assemblea dei figli di Dio, in rappresentanza dell’intera umanità. Il corpo umano del Signore risplende negli abiti luminosi della Risurrezione e non è opera umana ciò che avviene: quelle “vesti splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche” (ver.3).
La Parola di Dio che ascoltiamo è la grande “conversazione” che la Legge, rappresentata da Mosè, e la profezia, rappresentata da Elia, intrattengono con il Signore Gesù, che è il perfetto adempimento di quell’antica Parola. Infatti, ogni “Parola” della Bibbia coinvolge tutte le altre Parole della Scrittura Santa. La nostra piccola, umile “conversazione” quotidiana sulla Parola di Dio celebra la grande conversazione di Gesù con tutta la creazione e con tutta la storia. Noi ne cogliamo qualche frammento e qualche scintilla. Questa Parola non “la capiamo”: l’ “ascoltiamo”, stupiti e commossi per il fatto che l’abbiamo molte altre volte ascoltata, ma questa parola è sempre nuova! E siamo sempre più consapevoli che possiamo riceverla solo perché Dio ci dona il suo Spirito e in questo Spirito possiamo accoglierla.
E’ bello quel “è bello per noi essere qui” che Pietro dice al ver.5. Ma non siamo ancora arrivati! Bisogna proseguire il cammino fino a Gerusalemme e fino alla Pasqua del Signore. Fino alla sua morte e risurrezione che è l’evento e il sigillo della morte della morte e della risurrezione della vita nuova! Ma “non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati” (ver.6): la Messa è ben più grande di noi! E tutto si raccoglie nel segno della nube che ci ricorda l’antica tenda del convegno dove Mosè s’incontrava con il Signore, e nella voce di Dio Padre che ci porta al cuore di tutto: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!” (ver.7).
Quando usciamo da questa miracolosa Liturgia, tutto cambia ed è nuovo, perché la nostra umile e povera umanità, assunta dal Figlio di Dio, rivela ogni uomo e donna della terra come figli di Dio. Con la Trasfigurazione tutto cambia, perché Gesù ci dona la sua umanità divina. Ogni persona che incontrerai sarà incontro con un figlio o una figlia di Dio. Tale è la nostra condizione e tale è la nostra responsabilità: Dio ha invaso con il suo amore tutti e tutto.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Quanti particolari meriterebbero una riflessione: i sei giorni (non è ancora il tempo del compimento…), l’alto monte (il simbolo della condizione divina: Satana vi aveva condotto Gesù per la tentazione, ora Gesù vi conduce Pietro, chiamato poco prima satana), Elia che sembra avere la priorità anche su Mosè (Elia era atteso per l’alba degli ultimi tempi), il colore bianco, la nube… Ma, tralasciando tutto, lo sguardo resta fisso sulla bellezza del Signore Gesù trasfigurato – preannuncio della sua condizione pasquale – e sulle parole del Padre: “Lui ascoltate…” Alla fine, rimaniamo come quei tre: “Gesù solo, con loro”.