35 Insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? 36 Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi. 37 Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
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COMMENTO Famiglie della Visitazione:
Quando, all’inizio del cap.11, Gesù entra in Gerusalemme, quelli lo acclamano dicono: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! (Mc 11, 9-10). Fino a quel momento Gesù non aveva mai assecondato l’associazione della sua persona al Messia, ma in quella occasione non fa nulla per dissuadere la gente ad acclamarlo con quel titolo. Dunque quello che Gesù al v. 35 attribuisce agli scribi come loro insegnamento, Cristo è figlio di Davide, era condiviso da molti. Gesù, con quella frase, non mette in dubbio quella affermazione, semplicemente chiede come, in quale maniera sia possibile.
Gesù aggiunge un’altra importante considerazione: cita il salmo 109 e dice che Davide, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, afferma: Disse il Signore [Dio] al mio Signore [al Signore di Davide, al re-Messia], siedi alla mia destra. Dunque, dice Gesù, Davide stesso lo chiama Signore, da dove risulta che è suo figlio? (lett: da dove è suo figlio? come può essere suo figlio?).
Gesù, attraverso quelle domande a cui non dà una risposta, sta parlando del mistero della sua persona, della sua incarnazione: il figlio di Dio, il Signore, si fa uomo, figlio di Davide, come Paolo dirà all’inizio della lettera ai Romani: il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore (Rom 1, 3-4).
Dio ti benedica. E tu prega per noi. Giovanni, Francesco e Giancarlo M.