21Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
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COMMENTO Famiglie della Visitazione (Giancarlo Micheletti):
La prima parola al v. 21, giunsero, ci ricorda che Gesù è assieme ai suoi primi discepoli e che la sua semplice parola aveva provocato una svolta nella vita dei quattro pescatori.
Gesù insegnava, dunque assume un ruolo da maestro, da scriba; lo stesso ambito della riunione in sinagoga richiedeva una certa distensione del discorso.
Ma l’attenzione dell’evangelista non è centrata sui contenuti delle parole di Gesù ma sulla autorità (lett: potenza) del suo insegnamento. Gli scribi si raccomandavano per i maestri che avevano avuto, ma da dove viene l’autorità di quell’uomo che sta parlando?
È una esperienza, quella della potenza della parola, che riguarda anche gli ascoltatori di oggi di questo tratto del vangelo di Marco, una parola che si fa evento, che fa succedere qualcosa, specie quando si incontra con la povertà e il bisogno profondo di chi ascolta.
Quel giorno era presente un uomo ammalato nella sinagoga, il testo dice (v.23) semplicemente che era in uno spirito impuro, reso in italiano con il termine posseduto, totalmente schiavo di quello spirito, dominato da quella malattia grave.
Non si deve pensare ad una situazione di eccezione, attorno a noi potremmo facilmente individuare malati simili e non è forse vero che anche dentro di noi ci sono delle forze negative che ci assediano, ci limitano o ci spingono a fare cose di cui ci pentiamo un attimo dopo?
A Cafarnao quello spirito di male comincia a gridare, entra in agitazione davanti a Gesù, esce allo scoperto come forza di opposizione alla parola potente di Gesù.
Ma Gesù fa cessare immediatamente le parole cattive di quello spirito. Ma non sta dicendo la verità? Non è proprio vero che Gesù (v. 24) è il santo di Dio? Dunque la verità non è sempre buona, non sempre salva. Gesù fa tacere quello spirito e lo fa uscire salvando quel pover uomo.
Il v. 27 ritorna sull’autorità dell’insegnamento di Gesù. A Cafarnao, l’annuncio del v15 del brano di ieri “il regno di Dio è vicino” si è fatto realtà, Gesù è l’inviato di Dio per guarire e salvare l’umanità.
Dio vi benedica e voi pregate per noi. Giovanni e Francesco