14 Ma se non mi ascolterete e se non metterete in pratica tutti questi comandi, 15 se disprezzerete le mie leggi e rigetterete le mie prescrizioni, non mettendo in pratica tutti i miei comandi e infrangendo la mia alleanza, 16 ecco che cosa farò a voi a mia volta: manderò contro di voi il terrore, la consunzione e la febbre, che vi faranno languire gli occhi e vi consumeranno la vita. Seminerete invano il vostro seme: se lo mangeranno i vostri nemici. 17 Volgerò la faccia contro di voi e voi sarete sconfitti dai nemici; quelli che vi odiano vi opprimeranno e vi darete alla fuga, senza che alcuno vi insegua. 18 Se nemmeno dopo questo mi ascolterete, io vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. 19 Spezzerò la vostra forza superba, renderò il vostro cielo come ferro e la vostra terra come rame. 20 Le vostre energie si consumeranno invano, poiché la vostra terra non darà prodotti e gli alberi della campagna non daranno frutti. 21 Se vi opporrete a me e non mi ascolterete, io vi colpirò sette volte di più, secondo i vostri peccati. 22 Manderò contro di voi le bestie selvatiche, che vi rapiranno i figli, stermineranno il vostro bestiame, vi ridurranno a un piccolo numero e le vostre strade diventeranno deserte. 23 Se nonostante questi castighi, non vorrete correggervi per tornare a me, ma vi opporrete a me, anch’io mi opporrò a voi 24 e vi colpirò sette volte di più per i vostri peccati. 25 Manderò contro di voi la spada, vindice della mia alleanza; voi vi raccoglierete nelle vostre città, ma io manderò in mezzo a voi la peste e sarete dati in mano al nemico. 26 Quando io avrò spezzato le riserve del pane, dieci donne faranno cuocere il vostro pane in uno stesso forno, ve lo riporteranno a peso e mangerete, ma non vi sazierete.
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Secondo il commento ebraico, come per il testo precedente era l’ascolto della Parola di Dio il primo adempimento, così ora il non ascolto – “..se non mi ascolterete..”(ver.14) – è la radice di tutto il traviamento dei figli di Israele. Si capisce bene che l’ascolto della Parola non è un fatto intellettuale di conoscenza, ma è il nutrimento essenziale e quotidiano della vita del credente. Sempre secondo questo commento, sarebbero sette le trasgressioni (io veramente ne riesco a contare solo sei!), il che dice, se pure in senso negativo, una pienezza, e quindi un orizzonte esistenziale tutto invaso dal male. Questo “sette” si presenta tre volte nel nostro testo – ai vers.18.21.24 – per dire con quanta severità Dio reagisce al peccato del suo popolo.
Il peccatore non si lascia convincere dalla punizione divina, e anzi sembra accentuare la sua condizione e il suo cammino di opposizione: così forse vogliono dire i vers.21 e 23, che aggiungono alla opposizipone contro Dio una ulteriore negatività: “..vi opporrete a me “e” non mi ascolterete..”, “..non vorrete correggervi per tornare a me, “ma” vi opporrete a me..”. Ma Dio non desiste dal colpire i suoi figli. Si tratta di interpretare questa escalation divina. A me sembra chiaro che essa fa parte di quell’atteggiamento che Gesù qualificherà come volonta divina “non di giudicare, ma di salvare”. A questo proposito mi ha sempre molto impressionato la parabola evangelica di Luca 16,19-30, dove invece il povero giudica il ricco con l’abisso che li separa, senza nulla dire. E alla fine, anche Abramo non accetta che qualcuno vada ad avvisare i fratelli del ricco, che hanno gìà, nella Legge e nei profeti, ogni indicazione per la via della salvezza. Qui, nel nostro testo, l’intervento severo e violento di Dio ha come scopo la conversione dei peccatori, ed è quindi il contrario della loro condanna. Penso che anche voi, come me, sarete grati al Signore per la severità con la quale ci ha “avvertito” e continua ad avvertirci delle nostre strade sbagliate. Gli scritti apostolici ci incoraggiano a vedere nella correzione divina l’affetto di un padre che non vuole che i suoi figli siano abbandonati ai loro peccati, e li punisce per correggerli, in quanto li ama.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Nei titoletti delle bibbie, questa pagina appare come la serie delle “maledizioni”, mentre il testo di ieri conteneva le “benedizioni”. Ormai per noi, dopo che Gesù si è fatto maledizione per noi, non c’è più nessuna possibilità di essere oggetto di maledizione da parte del Padre. Se rifiutiamo l’amore, la solidarietà, la condivisione… e ci arrocchiamo nella cura dei nostri interessi, nella logica del potere…, ci escludiamo da noi stessi dalla vita. Allora possiamo dire su noi stessi il lamento funebre, quell'”Ahi a voi!” (piuttosto che “Guai!”) che Gesù indirizza ai “ricchi” nel discorso delle beatitudini.
Oggi e domani si vede che queste cose – che imbarazzano molto – che accadono al popolo in conseguenza alla sua disobbedienza, non escono dal suo rapporto con Dio. Si poteva pensare: se queste cose accadono, vuol dire che non c’è più relazione con Dio. Mentre Dio dice: “Sono stato io! “E c’è una parola che esprime bene questa cosa, presente due volte nel testo di oggi, ed è la parola “istruzione” che sì, vuole dire anche “punizione”, ma una punizione che ha lo scopo di correggere e istruire, non di cancellare, il popolo. Questo perchè Dio – in ogni caso – è fedele al suo patto con i suoi.
Le ultime parole di oggi “mangerete, ma non vi sazierete” descrivono bene l’esito della ostinazione disobbediente del popolo, il suo rifiuto di ascoltare e custodire le parole del suo Signore: cercando di fare da solo, “mangerà” delle sue opere, ma queste non lo soddisferanno, e rimarrà insaziato. Come a dire che è la custodia amorevole, rispettosa e obbediente della parola del Signore che solo può saziare il suo popolo e ogni uomo.
Peraltro, nel Vangelo, l’uso di questa parola ha un nuovo aspetto, che è come il rovescio della medaglia. Gesù infatti proclama beati gli affamati, e mette in guardia con un severo “guai!” quelli che sono “sazi”. Forse si tratta di un’altra sazietà, che non deriva da Dio, ma dal proprio orgoglio. O forse c’è in quella parola un insegnamento ancora più sottile. Quella “fame non saziata” detta da Gesù beata, segno peraltro – secondo il nostro brano di oggi – anche di “maledizione” (e nel Vangelo letto oggi, in modo violento e sprezzante gli accusatori di Gesù affermavano della folla, del popolo, che “questi, non conoscendo la Legge, sono maledetti!”), può essere il segno dell’attesa segreta e del bisogno di ogni uomo di incontrare Gesù, venuto proprio a riscattare dalla maledizione della Legge e a saziare chi è stato malfattore e disobbediente?
“…Spezzerò la vostra forza superba, renderò il vostro cielo come ferro e la vostra terra come rame…”
Quanto il Signore è capace di amarci ed essere generoso con noi, tanto è pronto a punire il nostro orgoglio e la nostra “forza superba”. Questa forza che ci fa vivere anche senza di Lui, che innesca la “superbia” della nostra cultura, della nostra ricchezza, del nostro amore, delle nostre sicurezze, anche della nostra “fede”… che usiamo per sentirci…”meglio”… degli altri, di chi non crede, sicuri delle nostre certezze. Quante volte noi – ma anche le nostre belle comunità – siamo chiusi ai fratelli e sicuri nella nostra…arrogante forza superba!
Chiediamo al Signore, con il salmo 90, che ci liberi dal laccio del cacciatore e dalla peste che ci distrugge.