41 Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42 Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
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Mi chiedo se la differenza tra la pagliuzza e la trave sia solo “quantitativa”.
Sono portato a pensare che la trave rappresenti un criterio di giustizia vendicativa capace di accusare ma non di salvare.
La giustizia della legge, ma non quella della grazia.
Se si guarda la pagliuzza con l’occhio dominato dalla trave si resta ancora in una giustizia che condanna.
Solo nella vita nuova, liberata dalla prigionia della trave, il giudizio è sempre per la salvezza.
Solo l’uomo nuovo, quello morto e risorto in Gesù Cristo, può essere comunicatore del dono della salvezza.
Solo un discepolo del Maestro che ci dona la vita, può essere libero dalla vecchia economia e annunciatore della Nuova Alleanza nel sangue del Figlio di Dio.
E’ finito il regime della Legge rappresentato dalla trave, ed è iniziato il regime dell’amore dove chi è discepolo del Maestro che ieri abbiamo incontrato al ver.40, sarà come il suo Maestro annunciatore e testimone della vita nuova dei figli di Dio.
Solo perchè rigenerati dalla grazia di Dio, possiamo di tale grazia essere servitori fedeli.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
È ben noto a tutti: vediamo i difetti degli altri e non i nostri. È una visione distorta della realtà. È bello allora il richiamo del nostro Maestro a “vederci bene”. Guardare i fratelli come una mamma o un papà guardano i loro figli, capaci di capire, di scusare, mai di condannare. Sarebbe bello se, come fratelli che si vogliono bene, ci potessimo togliere a vicenda le nostre pagliuzze.