33 Nessuno accende una lampada e poi la mette in un luogo nascosto o sotto il moggio, ma sul candelabro, perché chi entra veda la luce. 34 La lampada del corpo è il tuo occhio. Quando il tuo occhio è semplice, anche tutto il tuo corpo è luminoso; ma se è cattivo, anche il tuo corpo è tenebroso. 35 Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra. 36 Se dunque il tuo corpo è tutto luminoso, senza avere alcuna parte nelle tenebre, sarà tutto nella luce, come quando la lampada ti illumina con il suo fulgore».
Seleziona Pagina
COMMENTO
E’ molto interessante l’incontro tra due elementi del testo nella Parola che oggi il Signore ci regala. Si può infatti riconoscere il legame tra la lampada che il Signore vuole accendere e il nostro “occhio”.
La nostra cultura occidentale viene attirata principalmente dal tema della verità, in contrasto con la bugia. Ma Luca ci regala anche una seconda prospettiva, che è quella del nostro “occhio”. Da una parte dunque il tema della verità di quello che viene detto, ma, dall’altra, il tema delicatissimo del nostro “sguardo”. Diventa così di assoluto rilievo, accanto alla verità in sé dell’oggetto, la verità del mio “sguardo”. Il pericolo è infatti che io non sia in grado, o addirittura non voglia, di cogliere lo splendore di quello che mi viene donato. Il mio stesso rapporto con Dio è il necessario e inevitabile incontro tra quello che il mio occhio vede e quello che mi viene mostrato.
Ringraziamo dunque il Signore, che anche oggi ci regala di “vedere” il suo dono cogliendone anche la sua divina bellezza.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco