29 Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30 Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37 Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
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Per me è importante ogni tanto avvertirvi che non dovete fidarvi di me. E anche per una Parola come quella di oggi, siate prudenti e severi con le mie proposte, perché, soprattutto quando per una Parola “si perde la testa” perché ce se n’innamora, la faccenda diventa delicata!
Così, non sono d’accordo con la traduzione del ver.29 che dice che il dottore della legge vuole “giustificarsi”! In italiano si dice così quando uno cerca delle scuse per una “marachella”, ma qui mi sembra che siamo all’opposto! Lui non vuole “giustificarsi”, ma vuole compiere e attuare la giustizia! Vuol far lui bene, a tutti i costi!
Allora il Signore gli racconta una “parabola” meravigliosa, ma, come vedremo anche “ingannevole”. Capace però di imporre al dottore qualche ipotesi di revisione del suo pensiero a addirittura della sua vita!
Dunque la domanda alla quale Gesù risponde con la parabola è “Chi è il mio prossimo?” (ver.29).
Ed ecco allora l’uomo che scende da Gerusalemme verso Gerico, che è una gran discesa, forse anche allusiva ad un cammino che dalla vita precipita verso la fine! Di fatto, i malandrini, o il Male, da cui il poveretto viene assalito, lo lasciano per strada “mezzomorto”, semi morto!
Negli anni sono arrivato un po’ a “giustificare” il sacerdote e il levita che non si fermano a curarlo. Avendo dei compiti liturgici, se lo sventurato morisse durante il tentativo di curarlo, sarebbero complicazioni per ministri che toccano un morto. Un mio amico ebreo milanese, Stefano Levi della Torre, più severo di me, dice che dovevano fermarsi, e se mai avrebbero poi fatto i riti di purificazione.
Qui entra in scena il Samaritano! Dati i pessimi rapporti tra giudei e samaritani, sarebbe il momento per prendersi una vendetta piuttosto giustificata!
Ma, come insiste Ivan Ilich nella sua grande simpatia verso il Samaritano, avviene nel suo cuore una radicale conversione al Signore: “Vide e ne ebbe compassione”!
Questi sono proprio i sentimenti del Signore!
Gli si fa vicino, gli fascia le ferite, versandovi olio e vino, lo carica sulla sua cavalcatura, lo porta in un albergo e si prende cura di lui!!! (ver.34).
E non basta! Il giorno seguente lo affida all’albergatore chiedendogli che a sua volta si prenda cura di questo poveretto, con la promessa di un compenso.
A me piace molto questo particolare, perché mi ci ritrovo pienamente. Il mio “buon Samaritano” non solo mi ha curato, ma mi ha anche “affidato” a qualcuno – non pochi e poche! – che mi tengono sempre in cura!
E adesso torniamo al nostro stralunato dottore, e a Gesù che gli domanda chi sia stato “il prossimo” per quell’uomo “caduto nelle mani dei briganti” (ver.36).
E allora ecco l’inevitabile meravigliosa risposta: “Chi ha avuto compassione di lui”!!(ver.37).
Come “boyscout” sono impegnato quotidianamente a fare una buona azione al mio prossimo.
Ma qui è il mio prossimo che la fa a me! Quando penso di essere io a fare la buona azione, è quello il momento e l’evento nel quale la ricevo!
E’ la meraviglia del nostro cristiano volerci-bene!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
È bello il pensiero che il “Buon samaritano” sia lui, Gesù. E che Egli faccia per noi quello che dicono i verbi della parabola: soprattutto quel “ebbe misericordia”, si fece vicino, fascio’ le ferite, si prese cura di lui. Gesù poi da’ anche a noi lo stesso invito che ha dato allo scriba: Fa’ anche tu così, abbi compassione, prenditi cura di chi ha bisogno…