Cose di questo mondo – Resto del Carlino 13 maggio 2007

Caro Senatore, è stato un bellisimo regalo accompagnare il nostro Arcivescovo in questo breve, intenso viaggio in Tanzania, e, un giorno, aver fatto visita ad uno dei luoghi, non pochi, visitati e riscattati dalla grande impresa, dalla grande vicenda di solidarietà che Lei ha concepito e promosso nei molti anni del suo impegno d’intelligenza e di amore per questi popoli del Terzo Mondo; popoli così violentemente esclusi dalla comune mensa degli altri popoli della Terra. Di solito si visitano comunità ecclesiali e le opere di solidarietà che in esse nascono. Qui, a casa Sua, abbiamo visitato una grande vicenda d’amore cristiano che attraverso il riscatto civile e morale ha promosso la vita della comunità cristiana, e le relazioni di pace con le altre comunità religiose. E’ stato come se Lei, Senatore, fosse presente e ci prendesse per mano accompagnamdoci personalmente a conoscere le molte iniziative sorte in quelle terre lontane e dimenticate. Tutto è pieno della sua grande passione umana e cristiana. Tutto sembra respirare e comunicare quella serena e forte fiducia che Lei nutre nei confronti della persona umana. Tutto dice la sua capacità di lavoro e di solidarietà, la sua appassionata convinzione che anchela condizione più povera può essere riscattata e restituita ad un volto dignitoso e fecondo dell’esistenza. Non abbiamo visto grandi impianti gestiti da europei, ma iniziative omogenee alla cultura locale, e consegnate alla gente aiutata non solo sul piano tecnico, ma anche su quello amministrativo e su quello ancora più importante di una gestione che connette insieme responsabilità e solidarietà. La grande impresa dell’elettricità, data alle scuole, alle comunità, ma anche alle famiglie; e data non come beneficenza, ma come promozione e partecipazione. La trasformazione della frutta locale in marmellate e succhi, prodotti industrialmente e lanciati sul mercato. L’allevamento del bestiame e la produzione di insaccati e formaggi. Una grande scuola, con più di novecento ragazzi, sostenuta e incoraggiata, senza tradire nulla della cultura locale, perchè possa compiere percorsi reali ed efficaci nella direzione di promuovere l’accesso all’istruzione secondaria. E tutto, bisogna dirlo, in un clima di serenità, anzi di festa. E’ stato bello farsi guidare dappertutto dalle persone del luogo, evidentemente orgogliose di poter mostrare a noi il frutto del loro lavoro e soprattutto la loro acquisita capacità di essere i registi del loro stesso progresso. Mentre accanto all’Arcivescovo e agli altri amici osservavo queste meraviglie, un pensiero mi accompagnava:"Ma allora si può!". Allora il Vangelo non è un ideale al di là della storia, ma è una storia nuova che edifica la nuova umanità come un un’unica grande famiglia. Allora il nostro mondo sviluppato non è inevitabilmente prigioniero del suo scetticismo o della sua cattiva potenza di possedere e di sfruttare. Allora, se il nostro mondo deve portare nella sua coscienza collettiva la memoria amara di tanti guai provocati tra i poveri della Terra, può anche sperare di avere ancora una parola buona e forte per la speranza di oggi e di domani. Grazie, caro Amico. Grazie, caro padre. Continui ad aiutarci a sperare e a promuovere segni di speranza. Dio La benedica. E Lei mi benedica. Suo. d.Giovanni.