1Quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, Gesù entrò in Cafàrnao. 2Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. 3Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 4Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, 5perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». 6Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; 7per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. 8Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». 9All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». 10E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
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Osserviamo la singolarità del ver.1 del nostro brano dove si dice che Gesù ha “terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto”. Forse l’intenzione dell’evangelista è quello di ricordare per Israele un privilegio di precedenza nel ricevere il dono del Messia, e peraltro ora vuole affermare la destinazione universale del Vangelo di Gesù.
Nel suo insieme il testo ci comunica un clima particolarmente positivo della città di Cafarnao. Dal rapporto profondo che unisce il centurione al suo servo, all’elogio che del centurione fanno gli anziani dei Giudei, che mostrano un rapporto di stima e di affetto per quest’ufficiale straniero dell’esercito invasore che, dicono, “ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga”(ver.5).
Ora questa situazione così positiva ha il suo coronamento nel miracolo della guarigione del servo. Gesù accoglie l’invito degli anziani e si incammina con loro verso la casa del centurione. E a questo punto la fede del centurione compie un passo straordinario, come fede nella Parola. E mi sembra di grande interesse il fatto che questa fede nella Parola sia collegata da questo straniero alla struttura della sua vita di soldato. L’infinita sapienza del Signore fa sì che una realtà di per sé così lontana dalla luce evangelica diventi qui una conferma del dono divino. Dunque, anche situazioni e vicende lontanissime possono rivelarsi come “strade” lungo le quali il Signore viene a cercare i suoi eletti. E’ un grande invito a considerare con sapiente prudenza quello che istintivamente bolleremmo a priori con un giudizio negativo.
Gesù, invece, “all’udire questo, lo ammirò”(ver.9)! E dichiara tale ammirazione con quel meraviglioso “Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande”. Così viene chiaramente esplicitato il cammino universale del Vangelo di Gesù che deve essere portato sino ai confini della terra, perché per tutti Egli offre la sua vita.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.