31 Poi discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. 32 Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. 33 Nella sinagoga c’era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: 34 «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!». 35 Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. 36 Tutti furono presi da paura e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?». 37 E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.
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Cafarnao diventa il cuore della predicazione e dell’opera di Gesù in Galilea. Siamo all’inaugurazione della sua missione, che il ver.31 qualifica come ministero di insegnamento. E il ver.32 subito precisa che si tratta di un insegnamento del tutto straordinario rispetto a quello dei maestri d’Israele, perchè Gesù “parlava con autorità”. Il significato di questa autorità è propriamente “la potenza”, nel senso che la sua parola, essendo Parola di Dio, è potente, e cioè opera quello che dice! E’ la potenza della Parola di Dio che ha accompagnato tutta la storia del suo popolo, e che ora si manifesta in pienezza nella persona di Gesù.
E siamo davanti al primo “miracolo” compiuto dal Signore. Vi invito a considerare il grande rilievo di questo primo miracolo, che in certo modo rivela la struttura fondamentale e la ragione profonda della presenza del Figlio di Dio nell’umanità. Per questo, non considerate la liberazione dagli spiriti immondi (ver.36), o dal demonio immondo (ver.33), come eventi strani, dovuti anche ad una confusione tra ferite della mente e ferite dello spirito. Non è così. Anzi! Questo miracolo è il paradigma dell’opera divina tra noi: opera di liberazione dal male. Consideriamo quindi con grande attenzione la prima descizione della vicenda di quest’uomo:”un uomo con un demonio immondo”. Quindi non parla di uno, ma di due! C’è un uomo, e c’è in lui un demonio immondo (ver.33), ci sono in lui “spiriti immondi”(ver.36). Da questo il Signore libera quest’uomo! Per questo è venuto: per liberare l’umanità dalla prigionìa del male. Vi ricordo la distinzione che Papa Giovanni, ereditandola dagli antichi Padri della Chiesa, propose al cuore del suo ministero: distinzione tra peccato e peccatore. Amore per il peccatore e sua liberazione dal peccato! Ma in questo senso la condizione di quest’uomo è significativa della condizione dell’umanità, prigioniera del male che la tiene schiava. Semplifico: una persona cattiva, Dio la vede e la considera come prigioniera della cattiveria, malata di cattiveria. Gesù è venuto non per giudicare, ma per salvare l’umanità liberandola dal Male con la potenza della sua Parola che è Spirito e Vita! Scusate la lungaggine, ma questo tema mi sembra decisivo. Siamo dunque all’inizio di questa opera di liberazione.
Alla presenza del Signore il diavolo reagisce con violenza e con paura. Grida l’assoluta estraneità con Dio:”Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno?”, e poi:”Sei venuto a rovinarci?”, riconoscendo che il Figlio di Dio è la fine dell’impero del Male, sia in ogni persona, sia nei grandi meccanismi della vicenda umana. E ancora:”So bene chi sei: il Santo di Dio”, perchè i demoni certo sanno, ma c’è sapere buono e sapere cattivo, perchè è cattivo un sapere che ha il male come fine.
Gesù comanda allo spirito cattivo di uscire da quell’uomo: è appunto la liberazione di quell’uomo. Questa è l’opera del Signore Gesù: liberare dal Male. Questa è l’opera divina che noi chiediamo al Padre nella preghiera che Gesù ci ha insegnato:”…liberaci dal Male”.
Considerate con attenzione al ver.36 la reazione della gente a quanto è accaduto:”Che parola è mai questa, che comanda con autorità (con potenza!) agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?” E’ la percezione della potenza della Parola del Signore, della Parola evangelica.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Gesù insegna, ammaestra, parla, si sposta di sinagoga in sinagoga… quotidianamente, come fanno tutti. Ma Lui è speciale.
“Che parola è mai questa?”. Faccio mia la domanda della gente, stupito come loro della forza della parola di Gesù. E’ davvero efficace e potente. Ci libera dallo spirito immondo che domina il nostro cuore e che respige il Santo di Dio: “Taci esci da costui!”
Dopo l’opposizione a Gesù nella sinagoga di Nazareth troviamo oggi l’opposizione nella sinagoga di Cafarnao. L’evangelista Luca, invece di raccontarci a questo punto come Matteo e Marco la chiamata dei primi discepoli, ci racconta la reazione negativa alla parola autorevole e potente insegnata da Gesù. Egli è davvero segno al quale si contraddice e strumento della rivelazione dei pensieri che abitano il cuore di ogni uomo.
Credo venga spontaneo, in qualcuno, porsi la domada: ma chi è questo “spirito o demonio immondo”? Leggo che “immondo” è sinonimo di “impuro”, e l’impurità è quella condizione – secondo l’A.T. – che rende impossibile la comunicazione con Dio. Lo spirito è una forza che, quando proviene da Dio’ è “santa”; quando proviene da elementi contrari a Dio, è ritenuta una forza impura. Ecco perchè, nel caso odiernmo, il demonio (che parla al plurale) dice che non può aver nulla a che fare con Gesù, che definisce lui stesso “il Santo di Dio”… Lo spirito impuro, quindi, ci impedisce di entrare nella sfera divina e ci costringe nella sfera della morte… Gesù ci riporta nella sfera di Dio, ci ha liberati dalla prigionia del male, come ha scritto così bene don Giovanni.