50 Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51 Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52 Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53 e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
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Se oggi avrete il tempo di volgere uno sguardo al testo di Atti 1,4-14 potrete percepire in profondità come il Vangelo secondo Luca abbia la sua normale e profonda “continuazione” negli Atti degli Apostoli che la tradizione di sempre attribuisce allo stesso Luca Evangelista. Per questo, la Parola conclusiva del Vangelo che oggi accogliamo dalla bontà del Signore è già tutta proiettata e affacciata sulla storia dell’annuncio e della testimonianza del Vangelo, da Gerusalemme sino ai confini della terra. Chiediamo al Signore di aiutarci a cogliere oggi qualche luce che ci consenta di ascoltare queste Parole finali anche come principio di nuovi doni di Dio.
Mi sembra che il nostro testo voglia comunicarci tre elementi fondamentali della nostra fede: un congedo di Gesù da noi, il suo permanere con noi, e l’attesa di un dono che porti a tutte le genti l’annuncio del Signore.
“Li condusse fuori (ver.50)….si staccò da loro e veniva portato su, in cielo (ver.51)”. Non si deve pensare a questo evento in termini “geografici”, e quindi “spaziali”. Il trasferimento di Gesù al cielo è la proclamazione della sua divinità. In adempimento a tutte le scritture profetiche, il Figlio dell’Uomo è alla destra di Dio. La divinizzazione dell’uomo, che è l’intento più o meno segreto di tutte le ipotesi “religiose”, ora si compie con la glorificazione del Crocifisso. Viene glorificato non un “super-man”, ma il piccolo Gesù di Nazaret ucciso tra i malfattori. Quel piccolo uomo nato e morto in una oscura piccola provincia dell’impero romano è Dio! Gesù è Dio! Questa è la suprema affermazione della nostra fede. Non è l’ipotesi di una sublimazione dell’umano che abbia “conquistato” Dio, come veniva prospettato dall’Ingannatore di Genesi 3, inganno che ha precipitato l’umanità nella separazione e nella lontananza da Dio. Ma la discesa di Dio fino all’estremo abisso della sorte umana, la morte. Ora, quel Dio che in Gesù è sceso, ora ascende alla gloria del Padre.
Gesù Cristo ascendendo al Padre benedice i suoi (ver.50), ed essi si prostrano davanti a Lui (ver.52). Dunque, non li abbandona, ed essi tornano a Gerusalemme “con grande gioia”(ver.52). “Stavano sempre nel tempio lodando Dio”. L’antica vicenda del Popolo di Dio è giunta alla sua pienezza e ora attende il dono che la porterà ad annunciare il Vangelo di Gesù a tutte le genti.
Anche noi oggi portiamo a termine il nostro grande viaggio lungo il Vangelo secondo Luca. Sono impressionato e commosso per come questo viaggio mi abbia preparato ogni giorno, nell’incontro con Parole antiche e già molte volte incontrate, ad una continua sorprendente “novità”. Come se le ascoltassi per la prima volta, o meglio, come se la grazia di un ritorno a Parola antica e già ascoltata mi ponesse ogni giorno davanti alla sorpresa di un nuovo dono , una nuova luce inaspettata che la dolce potenza di quella Parola aveva preparato per la mia povertà, la mia fame e sete, la mia miseria di peccatore, la mia grande fragilità. Alla fine, mi ritrovo ancora più piccolo e ancora più amato. Tutto questo, grazie anche a voi, che mi avete preso per mano, e ogni giorno mi avete consolato e rallegrato con la potenza della vostra fede e con la carezza del vostro fraterno affetto.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-2450-53.html
“Non è una scena di cordoglio, di addio. Gli apostoli sono pieni di gioia, perché essi scoprono che ormai Cristo è in Dio ed è presente secondo altre vie. Egli non è più nell’orizzonte di questo mondo; ormai è in Dio, eppure sarà vicino in modo misterioso e nuovo” (Ravasi). –
“I bizantini prima e i crociati poi hanno costruito sul monte degli Ulivi una specie di edicola al centro di un perimetro ottagonale, e questa edicola era senza il tetto, per ricordare che si trattava di una chiesa che, pur avendo il suo riferimento fondato in Gerusalemme, aveva però la presenza divina nel cielo dell’ascensione”(idem). –
A questo punto, l’ultima parola del terzo Vangelo è “lodando Dio”: dopo aver visto tutte le cose grandi che ha compiuto, cosa possiamo fare se non lodare e ringraziare?
sia benedetto il Signore nei secoli
DA MAPANDA
Questa settimana la Messa pomeridiana è alla parrocchia perchè ci sono un centinaio di bimbi che cominciano il cammino battesimale o per la comunione.
(per noi ci vuole una mezzora ad andare e altrettanto per tornare e va bene per le diete di Kizito e di Luca).
Don Davide ha molto sottolineato che se è vero che il Signore si stacca da noi salendo al cielo e noi non lo vediamo più corporalmente però continua a essere con noi attraverso la Parola, L’Eucaristia e l’amore reciproco e in particolar modo nella presenza nascosta dei più piccoli tra noi.
Alla mattina durante le lodi ci eravamo scambiati qualche pensiero:
– il Vangelo di Luca era cominciato con persone che lodano Dio nel Tempio (Anna, Simeone) e per la gioia della venuta del bimbo Messia, adesso nelle ultime battute troviamo gli Apostoli pieni di gioia che lodano Dio continuamente nel Tempio;
– è interessante incrociare il testo finale di Lc con quello dei discepoli di Emmaus e con At 8 (l’eunuco e Filippo);
In tutto l’epilogo è che il Signore o Filippo scompaiono ma ciò che rimane nei cuori è la gioia. Nel testo dell’eunuco poi, avvenendo ciò dopo il suo battesimo, spinge a pensare che quanto detto oggi nel Vangelo di Luca esprime bene la condizione di tutti i credenti-battezzati che non vedono il Signore ma da Lui sono benedetti e pieni di gioia.