44 Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45 Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: 46 «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47 e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48 Di questo voi siete testimoni. 49 E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
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DI QUESTO VOI SIETE TESTIMONI!!
Vedo nel testo odierno tre “regali” del Risorto alla sua comunità. In primo luogo, la comprensione-intelligenza delle Scrtture; queste diventano la base del nostro rapporto con Lui, illuminandoci in particolare sul “compimento ” di quanto annunciato dalla legge di Mosè, dai Profeti e nei Salmi (è stata sottolineata questa novità di Luca: il ruolo che attribuisce ai Salmi, da noi piuttosto trascurati). Poi, la conversione e il perdono. Infine, il grande dono dello Spirito: quello Spirito che Gesù ha emanato nel momento della morte, ora sarà dato in modo definitivo, quasi incorporato ai credenti con “potenza” dall’alto.
E’ bene ascoltare insieme le parole celebrate ieri e quelle che oggi il Signore regala alla nostra pre-ghiera e alla nostra vita, perché ci troviamo in assoluta contemporaneità di luoghi e di tempi, e così sarà anche per le ultime parole del Vangelo che celebreremo, se Dio vorrà, domani. Domani mattina vorremmo dare anche qualche piccolo segno di festa per la conclusione del nostro pellegrinaggio nel Vangelo secondo Luca. Ho ancora bisogno di molti “copiatori” per portare a termine l’opera a-manuense di tutto il testo del terzo Evangelista. Già che si sono, aggiungo che sarebbe un bel regalo poter ascoltare tra sabato e domenica sera, ciascuno per conto suo, o magari insieme a qualcun’altro, tutta la Seconda Lettera di Paolo ai Corinti che ascolteremo da lunedì sino all’inizio della Novena di Natale quando la nostra Lectio quotidiana coinciderà con quella proposta dal Lezionario ufficiale.
Quello che oggi celebriamo è di assoluta bellezza, densità, importanza, ma non è forse così tutta la Scrittura? Certo, in questi versetti abbiamo una straordinaria condensazione dell’insegnamento sulla Parola proclamata da Gesù, contenuta in tutte le Scritture, adempiuta nella sua Pasqua, affidata ai testimoni per la predicazione evangelica a tutte le genti, consegnata a costoro con il dono dello Spi-rito Santo, portata da Gerusalemme sino ai confini della terra. E tutta raccolta nell’evento della Pas-sione e Risurrezione di Gesù Cristo.
Anche la memoria di oggi è tutta un evento pasquale. Quando al ver.45 si dice che Gesù “aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture” si deve intendere che, in certo senso, i loro sepolcri si aprono ed essi risorgono dalle loro prigionie mentali e spirituali per cogliere e raccogliere l’annuncio pasquale di Gesù.
Ma è Pasqua anche tutto quello che Gesù, secondo il ver.44, ha annunciato ai suoi: tutte le Scritture, in certo senso, muoiono, per risorgere alla pienezza del loro significato e della loro pienezza di an-nuncio e di salvezza quando “si compiono” in Gesù. E anche la conversione “per” il perdono dei peccati (così, alla lettera) è l’annuncio della morte risurrezione operata in coloro che quelle parole ascolteranno e accoglieranno. E sarà pure evento di Pasqua il dono di “quello che il Padre mio ha promesso”, cioè lo Spirito Santo, che è consegna della Pasqua del Cristo al cuore e alla vita di coloro che, come discepoli, ne saranno testimoni.
“aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture”. E’ il senso profondo della nostra lectio. Leggere le scritture avendo come guida, come orizzonte fondamentale di senso il Cristo morto e risorto. Questa è la scrittura viva, che ci trasforma e ci cambia dentro, portandoci alla vita nuova. Il frutto della nostra lectio è la conversione e il perdono dei peccati. Il perdono che ci porta alla conversione. Essere profondamente riconciliati, con Dio e con i fratelli. Di questo dobbiamo essere testimoni. Questa è la verità che noi cristiani dobbiamo portare al mondo.
Il testo di oggi mostra l’efficacia della presenza del Cristo risorto: l’annuncio del mistero pasquale, che quando egli “era ancora con loro” per i discepoli era assolutamente incomprensibile (cfr. Lc 18,34 “non capirono nulla di tutto questo, quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che aveva detto”), ora si dischiude alla comprensione perché Gesù risorto apre loro le menti all’intelligenza delle Scritture.
La predicazione della conversione e del perdono dei peccati, tipica di Giovanni Battista per il solo popolo di Israele, ora è estesa a tutte le nazioni.
La promessa del Padre, che secondo diversi testi della Scrittura riguarda il seme di Abramo, e quindi propriamente il Cristo, e in un certo senso lui solo, vero seme di Abramo a cui è destinata la promessa (cfr. la lettera ai Galati e altri testi del N.T.), questa promessa, lo Spirito Santo, è data da lui per il suo amore per noi, a noi tutti. Ancora, per il rapporto tra la Pasqua del Signore e l’effusione dello Spirito Santo, si può ricordare Giovanni 7: “non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato”.
Già nel testo di Emmaus era detto che “cominciando da Mosè e da tutti i profeti, Gesù spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui”. Anche oggi è detta la stessa cosa al v. 44; però al v. 46 si specifica che quello che sta scritto è anche la predicazione a tutte le genti della conversione e del perdono dei peccati cominciando da Gerusalemme. Quindi tutte le genti sono dentro a ciò che è stato scritto: quello che è scritto riguarda il Cristo; ma proprio per questo riguarda tutte le genti.