20 Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. 21 Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; 22 quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. 23 In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. 24 Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
25 Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26 mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27 Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28 Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
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La Parola del Signore comunica oggi in modo forte la condizione nella quale ci si trova davanti a mali che devono essere affrontati con animo diverso e nuovo. E mi chiedo se questo sia l’atteggiamento da tenere davanti ad ogni forma e manifestazione del male, o si riferisca a condizioni particolari. E penso oggi di non poter andare oltre questo “chiedermi”. Ma forse la preghiera – e soprattutto la vostra preghiera! – mi vorrà fare qualche passo ulteriore. Penso che in ogni modo anche questa Parola – come ogni parola che esce dalla bocca di Dio! – debba essere sempre custodita nella sua potenza di crescita e di pienezza nel cuore e nella vita di ciascuno e di tutti. L’atteggiamento è quello dell’umiltà e della speranza. Un atteggiamento non rinunciatario, ma sapiente. E’ molto facile, altrimenti, che per affrontare un male, lo si faccia crescere.
“Quando vedrete…sappiate..” dice il ver.20. E’ la sapienza che interpreta la storia e vi riconosce il mistero e l’opera di Dio. “…fuggano…se ne allontanino…non tornino..” dice il ver.21. Non è atteggiamento di paura e di abbandono, ma descrive l’animo con cui affrontare i segni della storia. Si tratta piuttosto di interpretare la storia alla luce della Parola: “…affinchè tutto ciò che è stato scritto si compia”(ver.22). E’ il tempo in cui cercare la fecondità e la vita nuova secondo criteri diversi da quelli dettati dalle leggi biologiche (ver.23). Fa parte di questa sapienza il riconoscere l’inevitabile dominio del mondo pagano. Di tutto questo, la lettura più diretta non può essere che la Pasqua di Gesù! E’ solo la sua Pasqua che suggerisce come vivere nel mondo senza essere del mondo, rinunciando sia all’astensione sia all’aggressione: né ci si deve separare, né si deve aggredire la storia con la sua stessa logica di conquista e di potere.
I vers.25-26 sembrano voler descrivere una condizione universale di prova, nella quale anche i discepoli di Gesù sono immersi, senza esenzioni né privilegi, ma, al ver.27, con il supremo dono della fede, per la quale, in tutto questo, “vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria”(ver.27). E questo sembra sarà l’esperienza di tutti, cioè di tutti coloro che vengono chiamati “i popoli in ansia…gli uomini che moriranno di paura”. Ma ai discepoli è chiesto un atteggiamento e un modo proprio di vivere il dramma della storia: “…risollevatevi e alzate il capo, perchè la vostra liberazione è vicina”: è Pasqua! Perché così è la lettura da dare ad ogni dramma della vicenda umana! Questa è la speranza che nasce dalla fede e genera l’amore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-2120-28.html