22 Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. 23 Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. 24 Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. 25 Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione.
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I “giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo” sono quelli nei quali viviamo, giorni spesso molto tribolati. E naturalmente, e istintivamente, ci piacerebbe vedere anche uno solo dei giorni di un Regno di Dio finalmente realizzato e definitivamente instaurato. Ci piacerebbe vedere che finalmente tutto va bene, va liscio, va buono e bello… Mi sembra che Gesù non voglia rimproverare questo povero desiderio, ma certamente non può accettarlo e ne vede tutti i pericoli e le negative conseguenze. Il desiderio che finalmente si realizzi il Regno di Dio su questa povera terra ha sempre accompagnato l’esperienza cristiana, con conseguenze nefaste, perché per forzare i tempi e le situazioni, si è poi fatto uso di forze non certo evangeliche. Ma il Regno di Dio non si impone con le botte e con le spade. Il Sacro Romano Impero è un’illusione pericolosa che inevitabilmente sfocia nella furia dei poteri mondani. E questo bisogna dirlo anche per i più modesti desideri a che “la famiglia funzioni” o “che “la comunità funzioni”, o che anche “la Chiesa funzioni”… Ma tutto questo non corrisponde alla volontà di Dio e quindi neppure al bene dell’umanità. Dunque: ..”non lo vedrete”(ver.22).
E bisognerà resistere a tutte le seducenti proposte di identificazione: “Eccolo là”, “Eccolo qui”. “Non andateci, non seguiteli”. Così il ver.23.Quante volte pateticamente si è pensato che questa o quella vicenda o condizione, o luogo o pensiero…fosse finalmente l’affermazione del Regno di Dio sulla terra! Ma il Regno non sarà una realizzazione umana! Sarà come quando “la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo”(ver.24). Cioè, qualcosa che noi non potremo che constatare, ricevere…E senza quelle collocazioni spazio-temporali che per noi sono la collocazione necessaria di ogni evento importante e duraturo. E’ dunque un evento che si colloca al di là dei nostri tempi. Noi qui siamo chiamati a darne umilmente e fedelmente i “segni”, sia nella Divina Liturgia, sia nella vita secondo carità.
Ma qual è allora il motivo e il senso dei “nostri tempi”? La domanda è seria e impegnativa! Ancora una volta vi dico che ovviamente non dovete fidarvi dalla risposta che mi si affaccia alla mente e al cuore in un tempo sempre troppo breve di preghiera e di pensiero! Mi affascina oggi il ver.25, che sembra voler cogliere il significato profondo del tempo, come il tempo della Pasqua del Signore Gesù! Il significato profondo e positivo del tempo che possiamo chiamare “nostro” non perchè ci appartenga, ma semplicemente perché è il tempo della nostra peregrinazione verso il Padre, ce lo dona il tempo della passione di Gesù: “Ma prima è necessario che Egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione”! La Croce di Gesù è il segno più profondo della vita e dell’esperienza cristiana. Il senso profondo della vita è, nella comunione profonda con il nostro Signore, l’offerta della nostra vita. Le generazioni cristiane sono quel “prima”, che precede la venuta del Messia glorioso, e sono chiamate a celebrare e a vivere “in Lui”, cioè in Gesù, la sua passione e la sua croce nella potenza del grande unico precetto dell’Amore. Questo inevitabilmente si scontra con il “rifiuto” da parte della “generazione” mondana di cui anche noi facciamo parte. Per questo tale rifiuto lo troviamo continuamente dentro noi stessi, prima che nella mondanità nella quale camminiamo come Lui ha camminato e continua a camminare. Il progetto della vita è quello di “dare la vita”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007 (Lc 17,22-37)
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-1722-37.html
Eccoci davanti a una di quelle affermazioni che ci lasciano un po’ incerti: quale sarà “uno dei giorni del Figlio dell’Uomo” che desideriamo vedere? Secondo la Bibbia di Gerusalemme, si tratta dei giorni che seguiranno la venuta del Signore, la sua parusia. Allora l’uomo Gesù e con lui tutti gli uomini e donne della terra saranno perfetti, quali il Creatore li avevva immaginati e voluti. Bella poi l’immagine della folgore che guizza da un capo all’altro del cielo. Non ci saranno più dubbi e incertezze: “questo è il giorno che ha fatto il Signore… Rallegriamoci e in esso esultiamo”.