Caro don Giovanni, leggo da anni la sua rubrica sul Carlino e a questo punto ho voglia di dirle e, se crede, di dire agli altri lettori di queste sue letterine, che sono stupita di un fatto che ho deciso di controllare da più di tre anni, e cioè che chiunque le scrive per un suo problema o sconfitta o dolore, riceve da lei una risposta sempre positiva, sempre incoraggiante. Di questo sono molto contenta, ma mi permetta un dubbio, che le esprimo con sincerità. Il suo è solo ottimismo o vera fiducia? Se alla fine questo messaggio diventa un complimento, non me ne dispiace. Con simpatia. messaggio firmato.

E il complimento lo prendo volentieri, cara lettrice. Prima di tutto perchè, come Lei supporrà, non mi mancano messaggi all’acido cloridrico. Ma soprattutto perchè il complimento non va a me ma al nostro carissimo Signore. Non so, e francamente non credo, di essere persona capace della speranza che Lei mi attribuisce, ma certamente sono convinto che questa è la meravigliosa vicenda nella quale la bontà di Dio ci ha immersi. E’ proprio vero: non c’è nessuno che accostandosi al segreto cristiano della vita con il suo fardello di miseria, di peccato e di stanchezza, non possa dissetarsi alla fonte della speranza e della consolazione. Questo vale per le persone. Non sempre per le vicende e le situazioni. Queste possono anche essere, in se stesse, prive di ogni possibilità di luce. Ma siccome nelle vicende e nelle situazioni ci sono le persone, anche gli spazi più oscuri della vicenda umana possono essere visitati dal canto della speranza e della pace. Da quando persino la Morte è stata invasa e vinta dalla Vita, è certo che la speranza del bene non conosce preclusioni. Può darsi che qualche volta chi è immerso nel suo dramma non sia in grado di vedere luce, e proprio per questo il Signore ha fissato con rigore per ciascuno di noi l’appuntamento dell’Amore: Amore da ricevere e Amore da dare. Le confesso che su questo anch’io faccio gran conto, perchè, data la mia pochissima fede, devo confidare che, come è stato sempre fino
ad oggi, non manchi mai qualche angelo a soccorrere nella prova la mia incredulità. Cerco di essere quindi comunicatore di speranza perchè ho un gran debito da pagare per il tutto il bene che ho sempre ricevuto da tutti. Da solo, sarei già crepato mille volte! E le dico di più. Cercare per ogni persona e per ogni vicenda il sentiero della speranza cristiana è avventura affascinante. E’ occasione di lode sempre più grande al Signore. E’ commozione per il mistero della vita, che, pur in mezzo a travagli, è meravigliosa perchè è di Dio. E anche per questo mi sembra bene che ognuno debba far sempre i conti con la sua miseria: in questo modo siamo dolcemente costretti a uscire dai nostri problemi non da soli, ma con quelli che il disegno divino manda in nostro soccorso. E’ l’esperienza di una grande famiglia, dove nostro Fratello ci ha insegnato che con nostro Padre non possiamo incontrarci se non insieme. Gesù infatti ci ha detto di cercarlo e di chiamarlo, non dicendogli "Padre mio", ma, appunto, "Padre nostro". Così, inevitabilmente, ogni volta che preghiamo, siamo insieme ad una folla immensa di fratelli e di amici: dal primo sguardo che ci ha amati appena nati, all’ultimo cuore che oggi ci ha sopportati e addirittura ci ha considerati affettuosamente. Grazie per quello che mi ha scritto. Anche le sue parole sono il segno che veramente la vita è meravigliosa. Buona Domenica. d.Giovanni.