(23 aprile 2010) Più che indignata sono addolorata per le cose successe per la comunione che il presidente Berlusconi può ricevere perchè non è più insieme a quella che non era sua moglie secondo la Chiesa. Il male più grande è per la chiesa che non deve poi lamentarsi se molti la lasciano. Porto la testimonianza di un mio figlio che per anni non ha fatto la comunione perchè unito e non sposato. Quando la cosa è finita, lui, che è sempre stato assiduo nella chiesa, ha continuato per tre anni a non fare la comunione perchè portava la ferita di quello che era successo e solo la grande pazienza e dolcezza di un prete della nostra Bologna l’ha convinto che poteva tornare alla comunione. Io avevo molto sofferto per questa vicenda, e ancora di più ho sofferto quando ho visto la fatica di mio figlio a trovare la pace. Ecco perchè mi danno dispiacere queste cose pubbliche dove un alto prelato dà l’assoluzione pubblica a un uomo che non mi sembra possiamo portare a modello per la sua vita. Scusi lo sfogo. Una cattolica bolognese.
Condivido interamente la sua protesta e il suo dispiacere. Nella situazione di grande fragilità in cui si trova l’istituto matrimoniale, e nella fatica che molte volte incontra anche il matrimonnio cristiano, mi pare sia stato un grave errore dare questa pubblicità ad una situazione e ad una personalità che può essere guardata con compassione, ma che non può portare un esempio positivo ad altri. La silenziosa fatica di suo figlio mi sembra ammirevole. Questo sì è veramente un esempio di umiltà e di serietà che farà piacere ai nostri lettori, e che dà riconoscimento anche a quel mio confratello che ha saputo tenere per mano con amore e sapienza un cristiano in cerca della pienezza della pace. Buona Domenica a Lei e a suo figlio, e agli amici lettori del Carlino. d.Giovanni.