5 Ascoltate la parola del Signore, voi che tremate alla sua parola. Hanno detto i vostri fratelli che vi odiano, che vi respingono a causa del mio nome: «Mostri il Signore la sua gloria, perché possiamo vedere la vostra gioia!». Ma essi saranno confusi. 6 Giunge un rumore, un frastuono dalla città, un rumore dal tempio: è la voce del Signore, che dà la ricompensa ai suoi nemici. 7 Prima di provare i dolori, ha partorito; prima che le venissero i dolori, ha dato alla luce un maschio. 8 Chi ha mai udito una cosa simile, chi ha visto cose come queste? Nasce forse una terra in un giorno, una nazione è generata forse in un istante? Eppure Sion, appena sentiti i dolori, ha partorito i figli. 9 «Io che apro il grembo materno, non farò partorire?», dice il Signore. «Io che faccio generare, chiuderei il seno?», dice il tuo Dio. 10 Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa tutti voi che l’amate. Sfavillate con essa di gioia tutti voi che per essa eravate in lutto. 11 Così sarete allattati e vi sazierete al seno delle sue consolazioni; succhierete e vi delizierete al petto della sua gloria.
Commenti registrati questa mattina, giovedì 2-04-2020, nella condivisione c/o le nostre parrocchie:
Omelia dialogata alla Dozza (file mp3)
Messa quotidiana trasmessa in diretta sul canale youtube delle Famiglie della Visitazione: https://youtu.be/Rd4Xvdwatks
Omelia dialogata a Sammartini: (file mp3)
COMMENTO delle Famiglie della Visitazione:
Francesco. Ancora una volta emerge luminosissima la figura femminile che il profeta Isaia in questi capitoli dal 40 al 66 ci ha descritto come una donna, una madre, che passa dalla condizione di afflizione, di abbandono, di solitudine, di sterilità, a quella di una maternità ricchissima, fecondissima di figli e figlie, il cui numero si estende anche aldilà dei confini del popolo d’Israele. In particolare mi ha colpito alla fine quel “tutti voi”, ripetuto due volte al versetto 10: tutti voi che la amate, tutti voi che avete partecipato al suo lutto, che mi sembra indichi aldilà di Israele tutto il panorama delle Genti, che non sono state solo spettatrici insensibili alle sofferenze di Gerusalemme, ma hanno condiviso con lei il dolore del lutto. Proprio queste Genti ora si rallegrano con Gerusalemme: è una profezia bellissima dell’apertura che il nuovo Testamento fa del disegno di salvezza ai popoli pagani.
Giovanni. Sono parole queste che possono riguardare ogni singola persona, ma sia che possono essere il dramma di intere popolazioni, perché tutto è segnato dalla negatività. Dobbiamo vivere la storia soprattutto nei suoi tempi difficili: è molto importante sapere che il Signore è mosso da una compassione speciale quando la storia diventa difficile, quando tutto sembra preso da paralisi, blocco, impedimento; è in quel momento che il Signore attraverso le vie più dirette, più semplici della natura e della storia, incoraggia, sostiene la ripresa della speranza, intervenendo con la sua visita. È sempre stato tipico per noi pensare, a proposito dei popoli della terra, alla ferita come conseguenza delle povertà, dei drammi della storia, ma il Signore della nostra vita agisce in modo opposto. Per noi è sempre importante ricordare il nostro presepio e quindi la nascita di quel bambino che è il figlio di Dio ed è lui stesso Dio e che nasce appunto per soccorrere una storia che sembrerebbe bloccata, paralizzata e dominata da misteri negativi e da violenza. Anche in questo momento il Signore favorisce la nostra vita di famiglia e promuove la speranza della storia. Quindi, mentre noi mondanamente viviamo il momento della prova, il Signore ci visita e dà coraggio a questa storia ferita ed è da lì che riparte il nuovo capitolo di una speranza rinnovata e di una fiducia nella possibilità della storia umana di essere riscattata e di diventare feconda di bene.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco