case occupateVedo che nelle polemiche comunali lei sostiene che talvolta sia necessaria l’illegalità per muoversi con giustizia. Il pensiero insieme mi affascina e mi spaventa.

E lei ha ragione! Il rischio è certamente molto alto. E ci sono condizioni assolutamente necessarie perché un azione “illegale” secondo la giurisprudenza vigente non provochi mali a qualcuno. Bisogna poi ricordare che si possono dare casi nei quali non c’è illegalità, ma la si provoca con un’interpretazione ingiusta o magari incompleta. Per fare un esempio: la mia tradizione culturale e anche giuridica non mi consente di guardare favorevolmente il fenomeno dell’occupazione. Però: fino a che punto un’abitazione non abitata è un’abitazione? Conosco paesi dove bastano pochi giorni perché si possa dichiarare che un ambiente non è abitato. Nella vicenda attuale il problema è in ogni modo quello dell’acqua: negare il rifornimento di acqua per un luogo dove abitano anche persone piccole e fragili non è giustizia. Viviamo peraltro situazioni nelle quali si considera ingiustizia la ricerca di un rifugio da parte di popolazioni straniere ridotte a spaventose povertà. Non si considera da perseguire con energia il metodo di “trasporto” di questi poveri da parte di organizzazioni criminali. Si ritiene giustizia chiudere ogni accoglienza … Dunque, come vede, il problema è delicato e di non facile e pacifica soluzione. La popolazione bolognese in questo frangente ha reagito in modo meraviglioso, e quando la gente è rimasta senz’acqua i residenti nei dintorni sono stati generosi e gentili. E questo è molto consolante e appagante anche per chi adesso corre il rischio un non drammatico procedimento giudiziario. Buona Domenica a tutti.

Giovanni della Dozza.

Domenica 10 Gennaio 2016.