Gli scout della Dozza stanno aumentando di età e di numero e quest’anno, con la salita in noviziato di Caterina, abbiamo finalmente il primo noviziato scout Beverara – Dozza, sotto l’egida del gruppo AGESCI Bologna 13.
I novizi sono sei, un gruppetto di sedicenni entusiasti e di eterogenea provenienza, il che aumenta la vivacità delle attività
Sabato e domenica 13 e 14 novembre abbiamo iniziato in grande stile con una emozionante uscita a Monte Sole. In treno fino a Pian di Venola, poi tre ore di cammino nel bosco e la cordiale accoglienza dei fratelli della Piccola Famiglia dell’Immacolata, la comunità fondata da don Dossetti, che mantiene una presenza di preghiera e memoria sui luoghi delle stragi. Attendamento a Cerpiano, cena e fuoco notturno con l’accoglienza di Titti che ha ripreso con gli amici il cammino scout interrotto alcuni anni fa. Domenica mattina Messa alla cappella della Piccola Famiglia, assieme alle Sorelle, ai Fratelli e a tante famiglie, incluso i Rimondi in trasferta. Poi di nuovo a Cerpiano, nello splendido sole della domenica mattina, dove Fratel Luca ha catturato l’attenzione di tutti narrandoci della strage nell’oratorio di Cerpiano, della maestra Benni e della visione profetica di don Dossetti su quegli eventi e sulle strade personali e comunitarie che si possono seguire per scongiurarne il ripetersi. Sulla via del ritorno siamo passati da Sperticano, per ricordare la figura di don Giovanni Fornasini e la sua scelta consapevole di dare la vita per proteggere le persone affidate alla sua custodia. Non sono mancate le domande e il dialogo con Fratel Luca e con i Maestri dei Novizi; qui Caterina ci offre il dono prezioso delle sue riflessioni:
“Dobbiamo essere crudeli, dobbiamo esserlo con tranquilla coscienza, dobbiamo distruggere tecnicamente, scientificamente”.
Ideologia diffusa, al tempo. Queste sono le parole di Hitler, riportate sulla lapide che si trova all’ingresso del cimitero di Casaglia, per testimoniare quello che accadde lì e nei dintorni, le centinaia di persone uccise.
Noi, come noviziato, abbiamo avuto la fortuna di aver potuto ascoltare il racconto di un frate che vive a Monte Sole ormai dall’86, in seguito alla fondazione da parte di Don Giuseppe Dossetti del monastero della Piccola Famiglia dell’Annunziata.
Quello che mi ha colpito di più è la freddezza con cui gli atti di sterminio sono stati compiuti, il modo in cui è stata trattata la gente di questi piccoli paesi, il rispetto totalmente assente.
Un esempio è dato dalla testimonianza di Antonietta Benni, una sopravvissuta che si trovava rinchiusa all’interno dell’asilo di Cerpiano, insieme a tutti gli altri abitanti del paese, quando le SS tedesche lanciarono una bomba a mano dalla finestra, per poi andare a fare festa nella stanza accanto, mentre di fianco a loro la gente soffriva e moriva lentamente.
Un altro esempio è l’episodio avvenuto a Sperticano. Don Giovanni, il parroco del paese, sacrificò la sua vita perché le ragazze ospitate nella sua canonica non partecipassero a un’orgia organizzata da  generali accecati dal potere, dal lusso e dall’idea di appartenere ad una razza superiore. Superiore poi a cosa?
È importante non sottovalutare questi avvenimenti solo perché ormai appartengono al passato; bisogna sempre riuscire ad avere le capacità critiche per analizzare ciò che ci circonda senza farsi condizionare dalla massa, saper riflettere anche su ciò che succede ai giorni nostri, perché, in fin dei conti, questi avvenimenti sono veramente finiti? Le discriminazioni tuttora presenti contro i “diversi” (stranieri, persone con problemi fisici o mentali, eccetera) a che cosa possono portarci?
Il nostro dovere è ricordare e combattere, perché questi fatti non tornino a ripetersi.