concilioSe devo essere sincero, a me questo Papa fa fare molta fatica. E penso che farò altrettanta fatica con il nuovo Vescovo che ci hanno mandato a Bologna.

E’ un messaggio un po’ sfrontato, e lo è anche la frase che ho riprodotto qui sopra. Ma penso che non se ne dispiacerebbero né Papa Francesco, né il nostro Vescovo Matteo! Credo che questo sia da loro ampiamente previsto. E’ chiaro che quello che sta avvenendo nella Chiesa è di enorme portata: come stupirci che ci siano fatiche e anche resistenze? E che cosa abbiamo vissuto noi vecchi negli ultimo cinquant’anni se non fatiche e resistenze nei confronti di quello che è stato l’evento supremo del secolo scorso, malgrado tanti drammatici drammi di cui le due guerre mondiali potrebbero essere segno e simbolo. quell’evento è il Concilio Vaticano Secondo, accettato molto spesso in modo formale, ma non veramente accolto nella vita delle persone e delle comunità ecclesiali. Quello che ora sta avvenendo è prima di tutto questo acconsentimento profondo e coerente al dono del Concilio. Oggi siamo in un tempo delicato, e in certo senso anche di “crisi”, e quindi pronto ad accogliere un evento che cinquant’anni fa era troppo “avanti” rispetto alla realtà delle comunità ecclesiali. Oggi c’è speranza e urgenza che quel dono del passato sia frutto maturo e prezioso per il bene di oggi. E anche chi accoglie con fatica, o magari non accoglie, i segni che vengono da persone come Francesco e Matteo, è presenza preziosa: perché interpreta una fatica che tutti dobbiamo fare per accogliere pienamente il dono del Signore. Nessuno vi è adeguato. Il dono di Dio è sempre più grande di noi. Chi pensasse di essere “adeguato” si esporrebbe ad un’accettazione superficiale. Siamo chiamati tutti a conversione: questo è il bello. Spero, caro amico, che possa esserlo anche per lei. Ma so di doverlo chiedere soprattutto per me, per i miei ritardi, le mie pigrizie, le mie paure e le mie pretese di capire e di accogliere. Non conosco il suo nome, ma le prometto di ricordarla con affetto nella mia povera preghiera di ogni giorno. Buona Domenica a lei e a tutti i miei amici lettori.

Giovanni della Dozza.

Domenica 17 gennaio 2016.