Più ripenso a tutto quello che ho ascoltato in questi mesi nella memoria del Concilio, più mi viene da pensare che il vero ostacolo al Concilio rischiate di portarlo proprio voi preti! Faccio un esempio da quello che ho sentito da lei recentemente nella mia parrocchia di S. Giacomo. Il grande valore del documento sulla Parola di Dio quale conseguenza ha portato nelle prediche, nei catechismi e in tutto quello che voi preti dite e proponete a noi? Quale aiuto ci avete dato?…
Caro amico, entro volentieri nella provocazione che lei mi manda. È certo che vescovi e preti sono stati immensamente sfidati dal Concilio che, proprio perché di grande rilievo e ricchissimo di novità meravigliose nella riscoperta delle tradizioni più antiche della vita cristiana esigeva una conversione intellettuale e spirituale proprio da noi per primi. Oggi vedo chiaramente il “peccato” di cui anch’io sono stato partecipe alla fine del Concilio. Perché, in fondo, noi ci siamo sentiti “vincitori”, e abbiamo pensato che ormai si era compiuto un passo irreversibile nella vita delle nostre comunità ecclesiali, parrocchie, associazioni, percorsi formativi… Invece, era tutto da avviare, e con molta pazienza e umiltà. Come si poteva pensare che tutti i preti fossero pronti e disponibili ad accettare la necessità di un aggiornamento che il Concilio proponeva e per il quale offriva una grande opportunità, e che però niente toglieva alla necessità di un fortissimo impegno personale e di tutti insieme? Siamo stati in questo molto superficiali e banali! Oggi però, proprio per la grande opportunità di questa memoria del Concilio, mi sembra che possiamo metterci tutti insieme nella stessa condizione e nella stessa consapevolezza del grande lavoro che ci aspetta. Mi sembra bello e giusto, quindi, pensare non solo ad un bene che abbiamo trascurato e un po’ smarrito, ma ad una grande opportunità che oggi ci viene offerta. Anche perché, a ben pensarci, il Concilio esprime oggi la sua vera e piena attualità, quella che la Chiesa di cinquant’anni fa forse non poteva ancora cogliere, perché era ancora in gran parte strutturata e organizzata secondo schemi del suo passato. Come è ovvio e giusto! Oggi noi attraversiamo una fase che sembra più critica, ma che a me sembra un grande cammino di passaggio e di evoluzione verso quello che il Concilio ha regalato e chi oggi noi possiamo rendere presente e fecondo. Coraggio dunque!
E buona Domenica da Giovanni della Dozza.
Domenica 9 dicembre 2012