Caro don Giovanni,
sono rimasto molto colpito quando il Papa parlando agli studenti della pace ha citato il cardinal Lercaro nel celebre discorso del 1 gennaio 1968. Mi era sembrato un grandissimo onore per la chiesa di Bologna che un Papa in un discorso ufficiale se ne fosse ricordato. Alcuni articoli della stampa nazionale hanno rilevato l’importanza dell’avvenimento mentre a Bologna né la stampa laica né quella ecclesiale hanno creduto di doverlo rilevare. Per non fare pensieri birichini ho pensato a un caso di perdita della memoria. Può essere secondo lei?

Caro amico, le confesso di non aver guardato i giornali! Però mi fa molto piacere che oggi il suo messaggio mi consenta di tornare un momento sulla straordinaria visita che il Papa ha regalato a Bologna, e certamente sull’enorme rilievo dato ad un passato che nella nostra Chiesa ha avuto, insieme al suo grande contributo ai lavori conciliari, anche la fatica per alcuni protagonisti di un’azione di rifiuto, di condanna e poi, per molti anni, di rigorosa censura, che forse può essere ancora in atto come lei con garbo gentile accenna: persone della nostra Chiesa, che hanno allora decretato fosse finito un periodo di pensiero e di azione di grande spessore. Non si può continuare ad ignorare il ruolo che la Chiesa di Bologna ha avuto sull’andamento stesso del Concilio e sui passi di decisiva importanza per la Chiesa universale, che proprio da Bologna sono scaturiti per l’autorità indiscutibile dell’Arcivescovo Giacomo Lercaro, aiutato dall’appassionata collaborazione del suo Vescovo Ausiliare mons. Bettazzi, e ispirato e accompagnato dalla genialità spirituale e morale di don Giuseppe Dossetti. Io ero in Cattedrale quel 1 gennaio 1968. Diacono da due mesi, ho avuto la grande grazia di partecipare intensamente a quegli eventi, che ora la visita e le parole di Papa Francesco hanno riportato a grande evidenza e alla loro importanza per tutta la Chiesa! Penso che dobbiamo molto anche al nostro Arcivescovo e al suo legame affettuoso e profondo con Papa Francesco. Una straordinaria domenica, nella quale anche i poveri hanno avuto un ruolo protagonista, invitati a pranzare con Papa Francesco in S. Petronio. Mi piace concludere con quelle tre “P”, che il Vescovo di Roma ci ha lasciato come eredità e come compito: la Parola, il Pane e i Poveri. Custodiamo e lasciamo fruttificare il regalo che abbiamo ricevuto. Buona Domenica a lei e ai cari lettori del Carlino.

Don Giovanni.

Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 15 Ottobre 2017 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.