Sa, don Giovanni, tutto quello che non si deve fare… l’ho fatto. E non creda che l‘abbia fatto perché lo ritenevo giusto. Sapevo che era sbagliato. E per questo, tra l’altro, l’ho fatto senza pace, e spesso con una certa amarezza. E ho combinato tanti guai non perché lontano dalla chiesa, ma solo per la mia debolezza. È inutile che le dica tutte le regole che ho trasgredito, perché mi sembra di averle trasgredite tutte. E adesso? Mi trovo quasi a cinquant’anni con questo bilancio fallimentare della mia vita, anche se sono circondato dalla mia famiglia che mi vuole bene e che certamente non sa che marito e che padre sono. Che fare allora? Mi dia una stradina di speranza, come lei sa fare.Giustamente al Carlino mi sgridano perché con la nostra rubrica domenicale occupo troppo posto. Ma mi è piaciuto lasciare intero tutto il suo messaggio. E siccome una risposta umile ma forse non inutile mi sembra di averla, proverò dirla in poche parole. Preparandomi al Natale mi sono incontrato con l’inizio del Vangelo secondo Matteo dove si  fa l’elenco di tutti gli antenati di Gesù, a partire da Abramo.

Insieme a persone di grande fede e di vita straordinaria, ci trovo tanti sconosciuti, e anche tanti conosciuti, conosciuti non per le loro virtu’, ma anche per le loro mascalzonate. Una famiglia vivace quella del nostro Signore! Lei ha buone ragioni per mettersi tra questi ultimi, ma non dobbiamo dimenticare la svolta e la proposta che Gesù ha dato a tutta la faccenda. Abbiamo dunque fatto tutto quello che non si doveva fare. Ma adesso possiamo e dobbiamo fare tutto quello che si può e si deve fare. Che è molto! Ed è bellissimo!

Proviamo a prendere in mano il Vangelo. Vedrà quali meraviglie l’aspettano. Prima di Gesù si era molto detto quello che non si può fare. Lui è venuto a dirci il bello e il bene che si può fare, a partire dal volersi bene. Allora, coraggio! E volentieri, pur ormai così vecchio, le chiedo di poter fare la strada insieme con lei. Mi tenga informato sul luogo e sull’ora di partenza. Buona Domenica. Giovanni.