31 Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. 32 C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. 33 Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. 34 Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. 35 Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
36 Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. 37 E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, 38 e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. 39 Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. 40 Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Il tema centrale che oggi la Parola di Dio ci propone è quello della testimonianza. Ricordiamo che l’abbiamo incontrato già al cap.1 e che abbiamo notato come la testimonianza di Giovanni Battista non sia, nel quarto vangelo, l’azione profetica che “prepara la venuta” del Messia, ma sia la “voce” che lo indica presente in mezzo a noi. Vedremo come questo oggi si accentua fortemente intorno alla testimonianza che viene resa a Gesù dal Padre stesso e dalle sue opere.
Gesù non è solo! Ed è Dio stesso, il Padre, secondo il ver.32, a rendergli testimonianza! Questa è l’affermazione fondamentale. Ma l’insegnamento di Gesù riprende il tema della testimonianza del Battista. Pur dicendo “Io non ricevo testimonianza da un uomo”, Egli riafferma il valore dell’opera di Giovanni come esito finale del cammino di Israele. Indicando l’Agnello di Dio presente in mezzo al suo popolo, il Battista porta a pienezza quella storia di luce che Dio ha fatto risplendere per Israele durante tutta la sua storia. Mi permetto di ricordare con voi la bella espressione di 2Pietro 1,19, dove si dice che la parola dei profeti è come ” lampada che brilla in un luogo oscuro, finchè non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino”. Giovanni era questa “lampada che arde e risplende”(ver.35), ma i giudei non si sono rallegrati alla sua luce che per un momento. Tale lampada era accesa per la loro salvezza: “..vi dico queste cose perchè siate salvati”(ver.34).
Ai vers.36-37 Gesù afferma quale sia la vera testimonianza di Lui: le sue opere; e il Padre stesso. Sono le opere, perchè propriamente non sono opere di Gesù stesso, ma sono “le opere che il Padre mi ha dato da compiere”. Esse testimoniano che Gesù non viene per una sua impresa, ma perchè il Padre lo ha mandato. Al ver.37 dice che “anche il Padre che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me”. Mi sono chiesto se tale testimonianza venga descritta o solo affermata. Ritengo che tale testimonianza divina siano “la sua voce” che essi non hanno ascoltato, “il suo volto” che non hanno mai visto, e “la sua parola” che non rimane in loro. E perchè questo smacco? Perchè non credono “a colui che egli ha mandato”!! Dunque: il testimone non può venire compreso e accolto se non si crede a colui cui rende testimonianza!!
Il ver.39 sembra voler indicare una “testimonianza” vera e preziosa proprio per i Giudei: le Scritture. E’ al cuore della fede ebraica questo “scrutare le Scritture”. Ed esse effettivamente testimoniano di Lui. Ma anch’esse si illuminano e illuminano solo chi vuole venire a Lui per avere vita. Gesù Cristo è ormai la suprema scommessa della storia. Decidere per Lui e di Lui è inevitabile e….decisivo!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me” (v. 39). Secondo il Talmud, che per la tradizione ebraica ha lo stesso valore della Parola di Dio, lo studio delle Scritture garantisce la salvezza. Qui Gesù corregge questa convinzione: non è lo studio delle Scritture, non viene da un libro la vita eterna, ma da una persona, che è Lui stesso, e dalla comunione con Lui. Il valore delle Scritture sta proprio nel dare testimonianza alla sua persona e alla sua opera. Per conseguire questa “vita eterna” non abbiamo che questa via: “venire a me” (v. 40).
Mi è piaciuta moltissimo la Parola che Dio ci ha donato tramite S.Giovanni nel cap.5.Non posso dire di avere capito con certezza e chiarezza il profondo contenuto di questo capitolo ,ma questa Parola mi ha portato a fare le seguenti considerazioni:
– Il Padre e il Figlio si idenficano ,cioè
se Gesù soffre soffre anche il Padre . Infatti se una persona ama un’altra la sofferenza dell’una è sentita ancha dall’altra e non è detto che la sofferenza
causata dal legame d’amore sia meno intensa rispetto alla sofferenza diretta. La volontà del Padre è la volonta del Figlio liberamente accettata quindi anche i loro desideri sono comuni.
– L’agire del Padre (o di Gesù )per essere capito da me ha bisogno della illuminazione
dello Spirito perchè a prima vista suscita in me sorpresa .Infatti io sono portato ad interpretare gli insegnamenti divini con la mia mente umana distorta diventando alcune volte , se non sempre, un poco patetico e direi addirittura comico per non dire di peggio.(pericoloso per se e per gli altri)
– Gli insegnamenti di Dio anche se espressi in poche Parole provocano un massa enorme di
considerazioni ,sono applicabili a avvenimenti anche completamenti diversi e magari futuri
– per ultimo ringrazio il Signore e voi per i
vostri commenti quotidiani e mi scuso
per la mia invadenza accompagnata da mania esibizionistica ,ignoranza umana e teologica,
abbiate pazienza e pregate per me .(Io da parte mia, quando mi ricordo, cerco di pregare per voi perchè anche se non vi conosco visivamente mi sento vostro amico )