15 I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». 16 Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. 17 Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. 18 Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia. 19 Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?». 20 Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?». 21 Disse loro Gesù: «Un’opera sola ho compiuto, e tutti ne siete meravigliati. 22 Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione – non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi – e voi circoncidete un uomo anche di sabato. 23 Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? 24 Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!».
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La Parola di Dio non è la fonte di una “conoscenza”, ma piuttosto l’orizzonte e la potenza della comunione con Dio stesso. Non è quindi una “dottrina” ma è l’evento e la custodia della comunione con il Padre. E’ il dono vitale della comunione, comunione che essenzialmente è quella che unisce il Figlio al Padre, e che diventa esperienza di ogni discepolo. Il ver.17 qualifica il discepolo come “colui che vuole fare la volontà” di Dio. Per questo è proprio il discepolo che può riconoscere se l’insegnamento di Gesù “viene da Dio” o se Egli “parla da se stesso”; e lo può fare perché come discepolo di Gesù sperimenta e conosce tale comunione con il Padre. La “verità” dell’insegnamento di Gesù si fonda sul fatto che Gesù non “parla da se stesso”, ma esprime, annuncia e comunica il mistero stesso di Dio Padre (ver.17). Il ver.18 annuncia dunque quale sia l’esperienza profonda della Parola: “Chi parla da se stesso cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero”!
Alla presenza e alla luce di Gesù tutta la ricchezza della Prima Alleanza risplende come profezia del Figlio di Dio. La stessa circoncisione ora diventa segno profetico di Gesù che “guarisce interamente un uomo”, come abbiamo ascoltato in Gv.5. E che questo segno Gesù lo abbia dato in giorno di sabato, come di sabato è lecita la circoncisione, illumina anche il sabato per dire che quel giorno santo è memoria potente e benedizione luminosa di tutta l’opera di Dio. Certo, anche se negato e forse inconsapevole almeno un parte e in qualcuno – “Chi cerca di ucciderti?” – tutto questo ha il suo apice e la sua potenza nella Pasqua di Gesù.
Il ver.24 diventa allora la conclusione e il sigillo di quello che Gesù oggi dice e compie. Il “giusto giudizio” è il giudizio di salvezza che in Gesù Dio dona all’umanità. Il giudizio non è giudizio di assoluzione o di condanna, ma è sempre e solo l’opera della salvezza. E’ la vita nuova, la vita eterna donata all’umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Si pone qui una bella domanda: come si riconosce che un insegnamento, un messaggio viene da Dio? Il primo criterio: se esso è in sintonia con la sua volontà, che è rivolta al bene delle persone. Il secondo criterio: se colui che parla cerca la propria gloria, cioè prestigio, riconoscimento pubblico, e non accetterebbe mai di “perdere la faccia”, non è “veritiero”. – A questo punto Gesù (che non conosceva la diplomazia) rivolge due accuse terribili ai capi, scribi e farisei: “Nessuno di voi osserva la legge” e “Cercate di uccidermi!” Gli intransigenti paladini del sabato, delle regole mosaiche, norme di purità ecc. non osservano nulla di questo castello che hanno costruito. E non si fanno scrupolo di di assassinare persone innocenti. – Il brano si chiude con la bella notizia che Gesù risana tutto l’uomo, l’uomo nella sua interezza e integrità. Questo è lo scopo per cui è venuto.