Quel giorno però era un sabato. 10 Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». 11 Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». 12 Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». 13 Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. 14 Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». 15 Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. 16 Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato. 17 Ma Gesù disse loro: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». 18 Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
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Credo sia molto importante che l’opposizione a Gesù, che oggi ha il suo inizio, nella vicenda dell’uomo guarito di sabato, proprio nel significato profondo del sabato si svolga. Non mi sembrano molto convincenti le note delle bibbie che distinguono l’attività di Dio come creatore dalla sua attività di giudice. Piuttosto si tratta qui della rivelazione del significato profondo del riposo sabbatico, che chiede la sosta dell’opera dell’uomo per proclamare e festeggiare l’opera di Dio. Tutte le nostre opere acquistano il loro vero significato nel giorno del Signore – per noi, ora, la Domenica! – tutto dedicato a celebrare e festeggiare l’opera di Dio!
Dunque, l’accusa rivolta all’uomo sanato da Gesù è la sua violazione del sabato, in quanto porta la barella sulla quale prima giaceva nella sua infermità. Lui si difende dicendo che così gli ha detto colui che lo ha guarito. Alla loro domanda su chi sia colui che lo ha guarito, l’uomo risponde di non saperlo. Anche questo è molto importante e interessante, perché ci ricorda che l’azione divina di salvezza precede la nostra conoscenza di Lui nostro Salvatore. Nel mistero e nella storia della fede, sempre si passa dall’esperienza della salvezza ricevuta alla conoscenza del Salvatore! Questo conferma in modo grandioso come la fede sia dunque prima di tutto un’esperienza e non una dottrina o un codice etico! La fede è la concreta esperienza di quest’uomo che prima era inchiodato alla sua malattia e ora porta la barella sulla quale giaceva.
Al ver.14 ecco l’incontro con Gesù. E anche qui una precisazione di grande rilievo: non è l’uomo sanato a incontrare Gesù, ma viceversa, è Gesù che lo incontra e gli parla. Parlandogli gli svela il senso profondo della sua guarigione fisica che è il segno concreto della sua salvezza e della radicale novità della sua vita: una vita che deve lasciarsi alle spalle ogni segno del male che tiene prigioniera l’esistenza umana, prigionia dalla quale l’uomo è stato liberato. Dunque: l’etica della vita cristiana è celebrazione della libertà nata dalla liberazione dal male e dalla morte, liberazione che Gesù ci ha donato con la sua Pasqua. Tutta la vita nuova è chiamata ad essere “Pasqua”. L’impegno morale è la volontà di custodire tale libertà!
A questo punto Gesù viene accusato della stessa colpa di cui veniva accusato l’uomo guarito, e cioè la violazione del sabato, in quanto ha operato di sabato la guarigione di quell’uomo (ver.16). Ma l’affermazione di Gesù al ver.17 diventa subito il motivo ultimo e radicale per cui i Giudei lo vogliono uccidere! Gesù infatti dice loro: “Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco”. Qui viene corretta la precedente traduzione che diceva: “Il Padre mia opera sempre e anch’io opero”. Mi sembra che la precedente versione fosse più fedele. Infatti mi sembra che Gesù voglia evidenziare che il riposo sabbatico degli Ebrei era profezia dell’opera divina della salvezza compiuta da Gesù, come dicevo prima. Il giorno del Signore è la festa dell’opera di Dio, e per questo noi non compiamo opere nostre ma celebriamo l’opera sua! Tale dovrebbe essere anche la nostra “Domenica”, giorno che celebra la Pasqua di Gesù, ed è quindi il primo giorno della nuova creazione e della nuova storia.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Al v.12 c’è la domanda importante: Chi è stato a dirti di prendere il lettuccio…? Chi è quell’uomo? – Per il guarito, Gesù è colui che lo ha liberato dai vincoli della legge, lo ha reso capace di vedere il progetto di Dio e tornare a vivere. I Giudei poi, cioè i capi religiosi, vanno ancora più in là, anche se solo intellettualmente. Quando Gesù afferma che il Padre non riposa il sabato, poiché la creazione non è ancora finita, ma “opera sempre” e aggiunge “e-anche-io (parola unica in greco) opero”, si rendono conto che chiama Dio suo Padre e si fa uguale a Lui. L’episodio si conclude con questa bella e grande rivelazione…