24 In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. 25 In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. 26 Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, 27 e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. 28 Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 29 e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 30 Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
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Ringrazio il Signore per come mi si sia chiarito, pregando su queste Parole, che quello che oggi riceviamo dalla sua bontà sorge e fluisce da quello che ieri Gesù ci diceva del rapporto d’amore tra Lui e il Padre. Per questo mi sembra opportuno che si riprenda la Parola di ieri. Infatti , il senso profondo del nostro brano è che Gesù è venuto a comunicare e a donare all’umanità la sua stessa relazione con il Padre. L’umanità diventa un’umanità di figli di Dio perché il Figlio è venuto a regalarci la sua vita, e quindi la sua relazione d’amore con il Padre.
Ecco allora questo dono: al ver.24 dice che l’ascolto della Parola di Gesù e la fede nel Padre che lo ha mandato fa sì che ognuno di noi “ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”. Ricordiamoci che la vita eterna non è quella che inizierebbe dopo la morte, ma è, fin d’ora, la vita di Dio in noi, il nostro vivere fin d’ora la vita di Dio, la comunione con Lui. E non va incontro al giudizio, perché il Signore ci libera dal male per il quale saremmo condannati. Ci salva il dono della fede, che noi accogliamo appunto ascoltando la sua Parola e credendo nel Padre che lo ha mandato. Mi sembra che quando dice al ver.29 che “quanti fecero il male” usciranno “per una risurrezione di condanna”, il giudizio verso di loro è già il non aver accolto il dono della fede. Ma Gesù annuncia “l’ora in cui i morti udranno la voce di Dio e quanti l’avranno ascoltata, vivranno”(ver.25): persino i morti sono chiamati alla fede!
Il Padre ha concesso “al Figlio di avere la vita in se stesso”(ver.26), cioè di avere la sua stessa vita, “e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo”(ver.27), venuto a condividere la nostra vita e a donarci la sua. Peraltro Gesù afferma di non poter far nulla da se e dice: “Giudico secondo quello che ascolto”. E l’ascolta dal Padre, perché, dice, “non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”. Forse a questo punto ci sentiamo persino confusi! Ma concludiamo ribadendo che tutta la nostra vita è in Dio, ed è la vita stessa di Dio. E questa vita di Dio, la vita eterna, è l’assoluto primato dell’Amore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.