22 Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. 23 Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. 24 Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.
25 Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. 26 Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». 27 Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. 28 Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. 29 Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. 30 Lui deve crescere; io, invece, diminuire».
Giovanni 3,22-30

La Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore è preziosa perché ci consente di custodire il filo prezioso che dalle nozze di Cana ci porterà nei prossimi giorni – se Dio vorrà – fino alla donna di Samaria, confermando in questo modo l’immagine privilegiata delle nozze che unisce, in Gesù, l’umanità a Dio. Il confronto cui oggi assistiamo tra il Battesimo di Giovanni e quello di Gesù, come già abbiamo ascoltato in Gv.1,32-34, evidenzia la radicale differenza tra la missione di Giovanni e la novità assoluta della fede di Gesù. Al ver.22 si dice che Gesù stesso “battezzava”; in Gv.4,1-2 si preciserà che di fatto erano i discepoli a battezzare, ma qui era importante mettere a diretto confronto i due battesimi.
Ci sono due importanti riferimenti a Cana. Al ver.23 si dice che dove Giovanni battezzava c’era molta acqua, e ricordiamo la grande quantità d’acqua contenuta nelle sei anfore di pietra a Cana. E al ver.25 veniamo a sapere di “una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale”, e di questa purificazione rituale si diceva a Cana, perché le anfore a questo servivano. Stiamo dunque passando da un rito di preparazione alle nozze. E in questo tema Giovanni entra con grande determinazione nel nostro brano.
Sono i discepoli di Giovanni a interrogare su questo il loro maestro, e noi ricordiamo che in Gv.1,35-39 due discepoli di Giovanni, avendolo ascoltato, lo lasciano per seguire Gesù. Ora Giovanni esplicita pienamente la relazione e la differenza radicale tra lui e Gesù, sottolineando come tutto venga da Dio: “Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo”(ver,27). Così si conferma la prima testimonianza del Battista in Gv.1,19-23: “Io non sono i il Cristo”, e il senso della sua missione: “Sono stato mandato avanti a lui”.
Ma Gesù è lo sposo! E la sposa è l’umanità, a partire da Israele che ha atteso il compimento di questa profezia. Giovanni è “l’amico dello sposo”. La sua gioia è piena perché “è presente e l’ascolta”. L’espressione resa con “è presente”, l’abbiamo già trovata in Gv.1,26, e là era detta da Giovanni a proposito di Gesù: “In mezzo a voi uno che voi non conoscete”, ed è quindi un termine che vuole specificare e sottolineare la realtà profonda delle persone. Se Dio vorrà, lo incontreremo in altri luoghi di questo Vangelo. Ora con gioia piena Giovanni annuncia: “Lui deve crescere; io, invece, diminuire”. Questa affermazione è molto importante non solo per il Battista e quindi per la relazione tra la Prima e la Seconda Alleanza, ma lo è per ogni testimonianza e annuncio di Gesù, della sua Parola e della sua Missione”! E’ proprio della autenticità della testimonianza questo “diminuire” perché chi viene annunciato “cresca”. Altrimenti non sarebbe né testimonianza né annuncio ma… ingombro. E questo vale per ogni cristiano come per tutta la comunità ecclesiale.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
E’ bella l’immagine di Gesù che battezza. Il battesimo era un rito sia religioso sia laico in cui si veniva immersi nell’acqua e ci si rialzava rinnovati; qualcosa moriva e qualcosa risorgeva. Così, ad esempio, si immergeva uno schiavo e si rialzava un uomo libero. Le note dicono che questo di Gesù al Giordano non è ancora il battesimo nello Spirito santo. E’ vero però che Egli ha già annunciato tale battesimo nell’incontro con Nicodemo. Ed io (ingenuamente) voglio pensare che qualunque battesimo per mano di Gesù dovesse essere in qualche modo “in acqua e Spirito”. – Intanto, Giovanni Battista lo dice chiaro e tondo: lui è solo l’amico dello sposo, quell’amico intimo, speciale che accompagnava lo sposo nelle fasi più importanti del rito; ma lo sposo vero è già qui e si preparano splendide nozze…